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Storace: "Vittoria anche grazie a noi. Gianni, occhio al personale"

Francesco Storace

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Lui, che con Alemanno ha condiviso la guida della destra sociale, la componente interna di An più identitaria. Sino al divorzio a tratti anche violento. «Sì, ma guardi - si giustifica l'ex governatore del Lazio - abbiamo continuato a sentirci». Lei e Alemanno? «E certo». Fino a quando? «Fino a questi ultimi giorni». Anche dopo che Alemanno ha rifiutato l'apparentamento con voi de La Destra? «Certo, anche dopo. Abbiamo organizzato anche una manifestazione con i nostri militanti». Insomma, l'avete sostenuto. «Direi di sì». Vabbè, adesso non avrà vinto per merito suo... «Non ho detto questo. Ma lo sa che tante persone stamattina (ieri mattina, ndr) mi hanno fermato per strada e mi hanno ringraziato». Hanno ringraziato lei? «Eh sì. E sa perché?». No, non saprei. «Perché abbiamo dato un'indicazione chiara di voto a favore di Alemanno. E abbiamo fatto bene, era giusto farlo. Non ho capito perché non l'ha fatto anche l'Udc, le loro sono state scelte miopi». Adesso per lei si riaprono le porte del centrodestra. «Andiamo con calma. Per ora ci godiamo la vittoria. Domani si vedrà». Di fatto siete già tornati visto che aveva appoggiato Alemanno... «Calma. Stasera si festeggia. Ci godiamo questo giorno storico per Roma. Dopo 15 anni è crollato un sistema di potere». Ma perché vivete la fine di questo sistema con questo senso di rivalsa? Che v'hanno fatto? «Hanno bloccato Roma. Roma era una città bloccata, oggi è diventata libera». È una vittoria che cambia la geografia del centrodestra. Non è più una coalizione «nordista», o no? «Voglio sottolineare un dato. Prima con Moffa, poi Storace, oggi - 28 aprile, data della morte del Duce - Alemanno, domani quasi certamente Fini. Sono quattro esempi di uomini che sono arrivati ai vertici delle istituzioni e tutt'e quattro si sono formati nella stessa città e tutt'e quattro provengono da una stessa storia, quella del Msi». E con questo che cosa vuol dire? «Voglio dire che ora è davvero finito il dopoguerra. Finito. Concluso. Roma ha voltato pagina». Ora però Fini lascerà la guida della destra. Si può riaprire il dialogo? «Allora, voglio dettare quello che devo dire. Storace: "So' fatti loro"». D'accordo, ma la vittoria di Roma dimostra che esiste anche una classe dirigente più giovane che avanza. «A chi si riferisce?» Penso agli Augello, ai Rampelli, anche alle Meloni. «Non cambia il ragionamento che le ho appena fatto. Veniamo tutti dalla stessa storia». E adesso cosa succede a sinistra? «Non lo so, non voglio infierire». Ma come hanno fatto a perdere dopo quindici anni? «Secondo me dovrebbero interrogarsi sull'antipatia di Rutelli. C'è stato un voto nettamente contro di lui». E secondo lei perché? «Perché sono scollegati dalle realtà. E poi perché la campagna di aggressione nei confronti dell'avversario non ha pagato. Ne prendano atto e si mettano a studiare». Che consiglio darebbe ad Alemanno ora? «Di scegliersi un buon assessore al Personale, perché si troverà una macchina che da venti anni è schierata dall'altra parte».

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