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Paolo Zappitelli [email protected] Un Cpt in ...

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Alfredo Mantovano, ex sottosegretario al Viminale con Berlusconi, sa bene che l'emergenza sicurezza nelle nostre città non si può risolvere nel giro di pochi giorni — «anzi dico che servirà almeno una legislatura» — però è convinto che si possa iniziare da subito a dare segnali di un'inversione di tendenza. «I venti mesi di governo Prodi — commenta — hanno regalato all'Italia un'immigrazione irregolare senza freni». Qual è stata secondo lei la causa principale di questo innalzamento del livello di insicurezza delle nostre città? «Dire che c'è stato un solo elemento significherebbe semplificare troppo una situazione che invece è molto complessa. Intanto, partendo dagli ultimi due anni, la legge Bossi-Fini è stata disapplicata in molti aspetti, ad esempio allargando le maglie di coloro che possono venire in Italia. Il governo Prodi ha ampliato la possibilità di ingresso oltre i componenti dei nuclei familiari e questo ha aperto le frontiere a una quantità inimmaginabile di persone. Ma dobbiamo anche rinegoziare i provvedimenti per le espulsioni con l'Unione Europea per evitare contenziosi. Poi c'è il decreto sicurezza che non è stato convertito in legge e le minori risorse destinate al ministero dell'interno: Prodi ha stanziato un miliardo e 600 milioni di euro in meno per le forze dell'ordine. Infine la situazione di degrado urbano che a Roma non è stata affrontata». Governo e sindaci da cosa possono cominciare per far capire ai cittadini che c'è un'inversione di tendenza? «Innanzitutto bisogna convincersi che nessuno ha la bacchetta magica, ci vorranno anni per risolvere i problemi degli immigrati irregolari e della violenza». Quanti? «Realisticamente almeno una legislatura». Da dove bisogna iniziare? «Bisogna riportare le risorse finanziarie destinate alla sicurezza ai livelli del 2006. Senza soldi si fanno solo chiacchiere». Proviamo a dare qualche cifra. «Tra il 2001 e il 2006 il governo Berlusconi ha aumentato i fondi per la sicurezza del 30 per cento. Prodi ha tagliato un miliardo e 600 milioni. E poi ci sono 25 mila unità in meno nelle forze dell'ordine perché non sono stati fatti più concorsi». Bastano più soldi per risolvere il problema sicurezza? «No, bisogna dare piena applicazione alla Bossi-Fini rendendo effettive le espulsioni. E per questo occorre costruire in ogni regione un Cpt dove raccogliere gli immigrati irregolari. Poi occorre la certezza della pena. E un meccanismo per cui i benefici previsti dalla legge diminuiscono quanto più si commettono reati. Infine una collaborazione più stretta con i sindaci. Io riconosco ad Amato di aver firmato i patti per la sicurezza ma lì si è fermato, sono rimasti solo sulla carta. La Moratti ha ragione quando dice che ci sono state riunioni, incontri, vertici ma poi non è successo nulla». A Veltroni cosa va rimproverato maggiormente? «Si è comportato in maniera speculare a Prodi. Il governo ha aperto le porte ai clandestini e ha reso più difficile la vita agli immigrati regolari. Ha complicato la loro esistenza in tutti i modi, ad esempio i permessi di soggiorno arrivano sempre in ritardo, quando stanno per scadere nuovamente. Il sindaco di Roma ha fatto lo stesso errore: ha avuto comprensione verso chi viola la legge, tollerando le baraccopoli che sono sorte lungo il fiume e a ridosso delle stazioni, menre dall'altra parte ha avuto scarsa attenzione verso Rom e nomadi che invece rispettano le regole e vogliono integrarsi senza però perdere le loro radici culturali. Rigore verso gli irregolari e rispetto per chi lavora, questo è mancato».

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