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Sfiduciati i governatori

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Il centrosinistra trema

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L'aritmeticaparla chiaro: il Lazio, presidente Piero Marrazzo, già nelle politiche 2006 aveva svoltato a destra. Oggi sarebbe un plebiscito. Stando le cose come oggi è facile immaginare il verdetto del prossimo voto, in programma per il 2010. Identico il discorso per la Puglia e anche per il Piemonte. La Sardegna di Soru aveva retto nel 2006 e oggi è tutta (quasi) per il Cav. La seguono a ruota altre quattro regioni che dal 2006 ad oggi hanno svoltato a destra: Liguria, Abruzzo, Calabria e Campania. E proprio da quest'ultima regione, sommersa dall'immondizia e dal malcontento popolare, è partito l'annuncio che la giunta non arriverà alla sua fine naturale. Bassolino ha confermato le dimissioni per portare i campani alle urne nel 2009. Nelle regioni dove l'attuale maggioranza è chiaramente virtuale, quelle dove cioè, oggi, se si andasse a votare ci sarebbe una giunta diversa, si comincia a respirare un'aria frizzantina. Ad esempio nel Lazio il coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Giro, ha chiesto una verifica, per sapere se esiste ancora un «programma politico condiviso». La giunta, per bocca dell'assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, ha risposto che la maggioranza c'è ed è ben salda. Atteggiamento analogo, anche un po' stizzito, in Liguria. Il presidente Claudio Burlando ha detto che la giunta non si tocca. «Non ho nessuna intenzione di sostituire la Sinistra Arcobaleno con l'Udc, allo stesso tempo non cambio di una virgola il mio lavoro». E non esiste alcun «caso Puglia», spiega il vicepresidente della regione, Sandro Frisullo, Pd. «La destra in queste ore, euforica per i risultati ottenuti - ha affermato - tenta di utilizzare strumentalmente il dato elettorale per una bocciatura dell'azione di governo della giunta Vendola». Renato Soru dalla Sardegna ha detto che le elezioni politiche non sono un test per la sua maggioranza, che comunque nell'isola il centrosinistra ha retto e lui non si dimette. In Friuli, invece, si è fatto presto presto; la regione a statuto speciale ieri ha votato in massa per Renzo Tondo, sostenuto da una coalizione dal sapore antico: Pdl-Lega Nord-Udc più il Partito dei Pensionati. Ha travolto al primo turno Riccardo Illy (Pd-Italia dei Valori-Sinistra Arcobaleno-Cittadini x il presidente-Slovenska Skupnost), che aveva annunciato, in caso di sconfitta, l'abbandono della politica. «Spero che ci ripensi - ha detto Tondo - sarebbe un bene per tutta la comunità se rimanesse in consiglio regionale e fare il leader dell'opposizione».

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