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«Monnezzarella», quanti ritardi Tante autorità e poche decisioni

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Nei tumultuosi giorni della monnezza che precedevano la nomina di Gianni De Gennaro a commissario straordinario rifiuti in Campania, molti ristoratori della Germania si affrettavano ad esporre cartelli con la scritta «qui non si vende mozzarella di bufala campana». La psicosi è iniziata lì, mesi fa, in quel mercato storicamente orgoglioso di vantare il made in Italy nel piatto. La psicosi è maturata nell'acquitrinio del non detto, delle mezze verità comunicate a Bruxelles, che da febbraio, per ben quattro volte, ha chiesto lumi all'Italia. E che ancora due giorni fa diceva: dati insufficienti, parziali. Ora il provincialismo italico fa urlare alla perfidia degli euro-burocrati (per costituzione integralisti della sicurezza dei prodotti) ferito dalle lezioni di igiene alimentare di Seul e Tokio. Giappone e Korea del Sud, spessissimo, hanno ingaggiato duelli con la diplomazia europea, a causa delle loro mediocri performance in fatto di tutela del consumatore con politiche commerciali che fanno rima col dumping selvaggio e scandali alimentari abnormi. Come l'aviaria. Ora il far east ha colto la palla al balzo per restituirci il favore. E da lì è partito lo tsunami: gli Stati Uniti ci osservano, Singapore ha interrotto le vendite di mozzarella di bufala, la Francia di Sarkozy ci ha provato. E l'Italia che fa? Reagisce quando le bufale sono scappate dal recinto, si lamenta dei drastici aut aut della Commissione europea, dimentica di aver abolito la Direzione generale per la tutela del consumatore alle Politiche Agricole, quando la Germania ha istituito addirittura un Ministero per la difesa dei suoi consumatori. E spera in Parma, in un'autorità europea per la sicurezza alimentare che certamente tra i suoi compiti non ha quello di difendere mediaticamente i prodotti italiani. Tirate le somme in Italia ci sono fin troppe autorità, ma ancora manca una realtà governativa centrale che, con autorevolezza e tempestività, rassicuri il consumer, sappia reagire per tempo alle emergenze mediatiche e sia capace di prevenire le psicosi che tanti danni arrecano alla nostra già provata economia. * già Direttore generale per la Tutela del Consumatore Ministero delle Politiche Agricole

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