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Riecco Di Pietro: "Togliamo le tv al Cavaliere"

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[...] lo spostamento di Rete 4 sul satellite; una sola rete per i privati e quindi per Mediaset e l'abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria. Antonio Di Pietro lancia dal suo blog la proposta di governo dell'Italia dei Valori. Una sfida che scatena subito le reazioni di Forza Italia con il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto che parte a gamba tesa: «Veltroni usa un buonismo di facciata e utilizza il suo braccio armato, rappresentato da Antonio Di Pietro, per colpire l'avversario politico ed annunciare un programma, con conseguenti iniziative di legge, che punta a distruggere Mediaset, cioè la prima azienda televisiva del Paese, con inevitabili e disastrosi effetti sull'occupazione, solo perchè di proprietà del leader del Pdl». Il punto di partenza per Di Pietro è l'intervista di Berlusconi al direttore del Tg1 Gianni Riotta nel corso della quale il leader del Pdl aveva rivelato di aver voluto trattenere Biagi in Rai e che il giornalista declinò la sua offerta per poter ottenere una ricca liquidazione. Di Pietro sottolinea che «Riotta che aveva detto di avere Biagi come modello, non se l'è sentita di replicare». La verità per il leader dell'Idv «è che Berlusconi, con il famoso editto bulgaro, ha cacciato dalla Rai Enzo Biagi per la sua indipendenza, insieme a Michele Santoro e a Daniele Luttazzi». Questo dimostra secondo l'ex pm «l'inadeguatezza del nostro sistema di informazione, spesso veicolo di falsità palesi che diventano vere solo perchè ripetute nel tempo». Di qui la necessità di una riforma del sistema dell'informazione che Di Pietro mette in cima al suo programma. Di Pietro annuncia in caso di vittoria «una legge sul conflitto di interesse sul sistema radiotelevisivo» e chiede che venga rispettata la sentenza della Corte di giustizia europea; ovvero trasferire Retequattro sul satellite». Dichiarazioni che fanno insorgere il centrodestra. Il Pdl si chiede soprattutto se le posizioni di Di Pietro sono condivise da Veltroni con il quale il leader dell'Idv si è alleato e se l'ex sindacao ha intenzione di inserirle nel programma del Pd. Maurizio Gasparri, dell'Ufficio politico di An, sostiene poi che l'ipotesi di Di Pietro «creerebbe dei danni non solo a Mediaset, ma metterebbe in ginocchio la Rai». E ricorda che «recentemente chi ha avanzato l'idea di eliminare dalla tv pubblica la pubblicità si è ritrovato con uno sciopero senza precedenti tanto delle emittenti private quanto di quelle pubbliche». E il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli mette in guardia dal rischio di spostare Rete4 sul satellite. «Possono saltare migliaia di posti di lavoro creati dal nulla, che non pesano sull'economia dello Stato e che, anzi, la aiutano. Di Pietro non si rende, inoltre, conto che la sua uscita rischierebbe di mettere in forse anche la Tv di Stato rendendola, senza pubblicità, non competitiva con quella privata, a tutto danno di un vero e sano pluralismo dell'informazione». Di Pietro incassa le critiche anche della sinistra. Per Sergio Bellucci, esponente della Sinistra Arcobaleno «lo spazio pubblico delle comunicazioni è un bene comune che appartiene a tutti i cittadini. Per questo deve essere difeso e valorizzato contro ogni tentativo di ridimensionamento o depotenziamento».

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