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Nel Pd parte la "corte" a Pier

Casini

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E anche se il leader dell'Udc lancia soprattutto un appello agli altri due partiti di centro — Rosa Bianca e Udeur — per superare «divisioni e personalismi» e provare a cercare un accordo, è soprattutto dal Pd che gli arrivano complimenti e lusinghe. Walter Veltroni, da Pescara, spiega che «Casini ha ragione a voler fare un polo di centro che origina dal centrodestra e quindi ha un'area di riferimento ben marcato. Quello che adesso è chiaro è che il centrodestra non c'è più perché il centro si è staccato». E ai giornalisti che gli chiedono se è ipotizzabile un dialogo con l'Udc, il segretario del Pd risponde: «Ora c'è la campagna elettorale e ognuno cerca i consensi per sè, poi sulle riforme istituzionali c'è dialogo con tutti». Ancora più avanti si spinge Marco Follini, ex compagno di partito di Casini, oggi dirigente del Pd: «Il dialogo con l'Udc da questo momento in poi è nelle cose» ha spiegato in un'intervista a «La Repubblica». Il dialogo del Pd con Casini, anche se «ovvio», secondo Follini non deve essere «troppo geometrico, schematico». «Gli uomini di centro — ha proseguito — ovunque si trovino, qualunque sia la casacca che indossano devono essere capaci di declinare al futuro la loro posizione. Tutti noi che ci proclamiamo uomini di centro, vale per Tabacci, Casini ma vale anche per me, abbiamo pagato lo scotto di polemiche, qualche volte piccine, sovrapposizioni tra di noi, che non ci hanno aiutato». Infine Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori. «Tira aria di cambiamento — ha commentato — la politica ha finalmente capito che è necessario voltare pagina e ricucire gli strappi con il Paese reale, e le parole di Veltroni rappresentano il primo importante passo in questa direzione, con un nuovo e concreto progetto per l'Italia». «Noi di Italia dei Valori — ha concluso — per primi apprezziamo questa svolta da noi voluta sin dall'inizio, verso una politica che sia veramente "del fare" e non "dei posti da occupare". Lo ha capito anche Casini che, anche se con un colpevole ritardo, ha abbandonato quel carrozzone populista che, anche con qualche lifting, da quindici anni è sempre uguale a se stesso».

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