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Pdl, ultima chiamata

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Dopo «Porta a Porta» Silvio Berlusconi rilancia alla trasmissione «Uno mattina» su raiuno il suo programma per le prossime elezioni e i suoi inviti agli alleati. Anzi, all'unico alleato ancora riottoso ad entrare nel nuovo partito. Luca Giurato, che lo ha intervistato per quasi un'ora dalle 9 alle 10 di ieri mattina, ha provato anche a «commuoverlo» mandando in video le frasi di un'intervista alla mamma di Pier Ferdinando Casini, nella quale la signora spiegava che suo figlio è molto legato al Cavaliere, «anche se lui ha un bel caratterino», ma stavolta Silvio «non può chiedergli di rinunciare al suo simbolo e al suo anticomunismo». Berlusconi sorride ma non cede: «Non ho un "caratterino" — precisa — Sono la persona più disponibile a capire le ragioni degli altri e anche con suo figlio ho portato pazienza per moltissimi anni. Lui non deve rinunciare al suo anticomunismo, anzi entrando nella nuova formazione accentua questa possibilità». Il Cavaliere fa una piccola apertura — «Casini rinunci magari momentaneamente al simbolo ma corra insieme a noi e dimostri così che non si tratta solo di una unione elettorale ma per governare uniti» — ma subito dopo chiarisce che l'Udc, da sola, non ha alcuna possibilità di successo. Citando i suoi sondaggi Berlusconi racconta che il centrodestra avrà «certamente» un «ampio margine anche senza l'Udc», quantificandolo in un «10-12%». Al contrario, ha sottolineato, i centristi «rischiano un risultato molto più che modesto» anche in considerazione del fatto che «bisognerà vedere se gli elettori dell'Udc continueranno a dargli il voto senza che vi sia una possibilità di vittoria». Chiuso il capitolo alleanze, Berlusconi si è dedicato al programma elettorale, confermando il taglio dell'Ici sulla prima casa e la detassazione di tredicesime e quattordicesime. E spiegando che i soldi in meno che arriveranno dall'esenzione dell'imposta comunale saranno ampiamente recuperati con l'informatizzazione della pubblica amministrazione. Fedele al modello «soft» che si è imposto in questa campgana elettorale, Berlusconi non ha attaccato il suo avversario Walter Veltroni, anche se ha avuto un commento negativo sull'alleanza tra Pd e Italia dei Valori: «L'accordo con Di Pietro ci preoccupa, mi chiedo se la cultura giustizialista di Di Pietro è anche quella del Pd. Ricordiamoci delle 12 persone messe in carcere a cui è stata rovinata la vita e che poi, senza essere processate, sono risultate innocenti». Ma quella con l'ex Pm di Milano è stata l'unica polemica «sopra le righe» di Berlusconi. Che invece ha preferito aprire al centrosinistra spiegando che, in caso di vittoria, che comunque continua ad assicurare «è certa», offrirà all'opposizione la presidenza di uno dei due rami del Parlamento. «Penso sia giusto che una delle due Camere vada all'opposizione» ha ribadito, aggiungendo che «non faremo come la sinistra nel 2006, quando ci chiuse la porta in faccia e mise le mani su tutte, ma proprio tutte, le cariche istituzionali». Ma Bertinotti potrebbe essere di nuovo il presidente di uno dei due rami del Parlamento, gli ha chiesto Luca Giurato. «Stimo molto Bertinotti — ha risposto Berlusconi — abbiamo un rapporto cordialissimo e in più una comune fede milanista, ma non voglio scendere nel personale».

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