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La Spagna snobba il professore

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IlProfessore continua a ribadire che il nostro Paese va e per spiegarlo aveva usato una metafora automobilistica: «Italia sta uscendo dai box e gira veloce». E poi aveva voluto contestare i dati dell'Eurostat, diffusi a metà dicembre, in base ai quali, gli italiani, nel 2006 sono risultati un po' meno ricchi sia rispetto al 2005 sia al 2004. Fatto 100 il valore medio Ue, in Italia il pil per abitante calcolato a parità di potere d'acquisto del 2004 è stato 107, nel 2005 si è abbassato a 105 e nel 2006 si è fermato a 103. In Spagna, invece, lo standard di potere d'acquisto ha visto un progressivo avanzamento nei tre anni presi in considerazione: da 101 del 2004 fino a 105 del 2006. Dati che Prodi aveva contestato e, riferendosi a cifre del Fondo Monetario Internazionale, aveva sostenuto invece che per la ricchezza pro-capite l'Italia è ancora superiore di circa il 13% e che il prodotto interno lordo in assoluto è maggiore di circa il 50%. Da Madrid non parla Zapatero, che pure era stato sferzante sui dati di Eurostat diffusi due settimane fa («L'avevo detto a Prodi»). Tanto che si fa sapere che il governo spagnolo «non intende entrare in una polemica» sulla questione se la Spagna abbia superato o meno il pil pro-capite dell'Italia, perché «l'importante è che la Spagna sta crescendo», come ha spiegato la portavoce del ministero dell'Economia di Madrid, Maria Jesus Luengo. «Non intendiamo entrare in polemica con l'Italia su questo punto - ha detto la portavoce del ministro Pedro Solbes - secondo Eurostat le cose stanno così, ma in ogni caso quel che ci interessa è che la Spagna cresce, che il suo Pil pro-capite ha superato ormai la media dell'Unione europea e che si avvicina sempre più a quella della zona euro». E i dati parlano chiaro. Proprio mentre Prodi si pavoneggiava per l'approvazione della Finanziaria, Zapatero riuniva il Consejo de Ministros che il 21 dicembre scorso dava via libera al programma di stabilità per il 2010. L'anno appena concluso ha registrato una crescita del 3,8% mentre la Finanziaria di Padoa Schioppa prevede un aumento del pil per l'Italia di esattamente la metà, l'1,9. E lo stesso avverrà nell'anno che si è appena aperto, Madrid crescerà del 3,1 e l'Italia si fermerà all'1,5%. La Spagna ci doppierà anche nel 2009, quando il suo pil sarà incrementato del 3% netto mentre l'Italia non dovrebbe andare oltre l'1,6%. Il rapporto si manterrà anche nel 2010 con iberici a quota 3,2% e gli italici a quota 1,7%. Il confronto è perdente su tutte le voci. Madrid, per esempio, prevede nei prossimi tre anni di aumentare le proprie esportazioni tra il 5,4 e il 5,7% (Roma immagina di farle aumentare tra il 2,5 e il 3,3) e le importazioni tra il 5,2 e il 5,5% (Roma tra il 2,8 e il 3,8). Non solo, il governo spagnolo ci teneva anche a far sapere, dieci giorni fa, che la rendita pro capite è passata dai 18.600 euro del 2003 ai 23.500 del 2007. Numeri e cifre che da qualunque parte si guardino e in qualunque modo si interpretino consentono al premier iberico Zapatero di poter affermare che «il problema dell'Italia è il grande indebitamento pubblico», rilevando che dall'inizio degli anni Ottanta, mentre l'economia italiana è sostanzialmente ferma, quella spagnola è in rapida crescita. «Se guardiamo l'andamento dell'economia italiana, vediamo che dal 1979-80 segue una linea retta orizzontale, mentre quella della Spagna sale verticalmente» ha sottolineato il premier spagnolo.

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