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Basta Cav, il vero nemico della Sinistra è Veltroni

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E ci sono quelle in carne ossa che si dividono tra il palco e la platea. Dopo due giorni di dubbi (verrà o non verrà?), infatti, arriva Pietro Ingrao che sale sul podio e incalza militanti e dirigenti: «Unitevi. Dovete fare presto perché la situazione urge». Dal palco parla, accolto da una vera e propria ovazione, anche Nichi Vendola leader in pectore della nuova formazione. Non manca poi Fausto Bertinotti che, assieme a Armando Cossutta e Achille Occhetto, preferisce sedersi in prima fila rilasciando un unico, laconico commento: «Oggi è una bella giornata». Per la verità ci sarebbero anche Bella ciao (la canzone che chiude la manifestazione e che i Verdi non cantano), i pugni chiusi, l'Internazionale (suonata quando il padiglione è ormai deserto), ma sono solo i residui di un passato che, prima o poi, andrà cancellato perché, come spiega il Verde Pecoraro Scanio, «Basta con i partiti stile '800». Insomma, la Federazione che nasce ufficialmente in questa piovosa domenica di dicembre sarà, secondo i promotori, l'emblema di una nuova sinistra che coltiverà ambizioni di governo e potrà puntare al 15% (potrebbero esserci liste unitarie già alle prossime amministrative). Nuova anche negli avversari. Basta con l'antiberlusconismo. Il Cavaliere, suo malgrado, riceve solo qualche sporadica citazione dai tanto odiati comunisti. Il bersaglio preferito di Mussi, Giordano, Diliberto e Pecoraro Scanio è, piuttosto, il Partito Democratico di Walter Veltroni. Il primo ad attaccarlo è, in ordine di apparizione, il ministro dell'Ambiente: «Il Pd sta terremotando il governo. Basta qualche telefonata e non rispettano il programma». «Può essere il Pd ad occuparsi di lavoro? - rincara Diliberto - Non credo. Dicono di essere equidistanti da Confindustria e dai sindacati. Cari amici del Pd vi chiedo: ma siete equidistanti anche dalla ThyssenKrupp e dalle vittime della strage di Torino?» Confermato nella propria scelta, invece, Fabio Mussi («Vedo il Pd e sono contento di essere con voi oggi») che rivolge un appello ai suoi ex compagni Ds: «Pensate davvero di voler essere un po' più o un po' meno di centro?» Tocca a Franco Giordano concludere la carrellata e avvertire il Pd «tecnocratico, neocentristra, elitario». «Da oggi - spiega - è aperta una sfida all'egemonia. Non possiamo più accettare che il voltagabbana di turno conti più di un terzo della coalizione». Il tutto con la benedizione di Romano Prodi che, nel suo messaggio di saluto, ringrazia la sinistra per il sostegno coerente al governo e assicura: «Il vostro cammino inizia oggi, il nostro continua ancora più convintamente, perché basato su un dialogo che non viene mai meno».

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