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Mastella, altro ultimatum. D'Alema: «È un penultimatum»

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Sarà stato un penultimatum». Poi sorridendo ha aggiunto «approfondiremo insieme la questione», visto che i due ministri sono tornati insieme da Bruxelles a Roma. La vicenda che ha fatto infuriare il leader dell'Udeur è il punto del decreto legge sulla sicurezza approvato dal Senato con il voto di fiducia, relativo alla lotta alle discriminazioni sessuali. Mastella, che ha parlato a margine del Consiglio Giustizia della Ue ha detto che il suo messaggio «vale per il capo dello Stato e per il capo del Governo», e ha ricordato l'accordo stipulato con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, al fine di modificare la norma in questione durante il prosieguo dell'iter di approvazione del Dl sicurezza, che prevede pene severe per chi incita a commettere o commette atti di discriminazione fondati su religioni o tendenze sessuali. Mastella, che di annunci di questo tenore ne ha già fatti parecchi, ha annunciato che se «Rifondazione comunista o altre forze della sinistra, come mi riferisce il mio capogruppo alla Camera, intendono bloccare questa modifica, noi toglieremo la fiducia al Governo e questa esperienza politica per noi finisce qui». Poi ha rincarato la dose: in queste condizioni, ha spiegato, «non vale neanche la pena di aprire la verifica e di sedersi allo stesso tavolo con Rifondazione». Presa di posizione definitiva? Ovviamente no. Perché comunque, ha spiegato ancora il leader dell'Udeur, il suo partito continuerà a sostenere il Governo fino alla fine dell'iter di approvazione della Finanziaria, «per evitare l'esercizio provvisorio di bilancio». per poi concludere con un salomonico «veda il presidente del Consiglio se ci sono le condizioni». Rifondazione Comunista ha ovviamente reagito in maniera molto dura. «Su una materia così ci vuole del coraggio ad affermare questo: rimango basito» è stata la replica del segretario Franco Giordano. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti ha però dato ragione a Mastella, spiegando che Il Governo toglierà «entro la fine dell'anno» le norme anti-omofobia dal pacchetto sicurezza. «L'articolo 1-bis — ha spiegato — è improprio rispetto al provvedimento e non è normativamente corretto: quindi il Governo, entro la fine dell'anno, lo toglierà con un provvedimento». Dichiarazione che, ovviamente, ha mandato su tutte le furie il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio. «Evidentemente — ha replicato — il ministro Chiti ha parlato a titolo personale. Del resto quella norma dovrebbe essere cambiata nel decreto mille proroghe di fine anno, ma a quel punto dovrebbe tornare al Senato dove ci sarebbe magari un voto in più quello della Binetti, ma anche 10 in meno, i nostri. Non vogliamo mettere in crisi il governo ma su questo tema non sono possibili pasticci».

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