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E Pier andò al gazebo

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«Vogliomandargli un messaggio domenicale - ha detto il leader dell'Udc -: Caro Silvio, non dire più che la colpa è solo dei tuoi alleati, riconosci con umiltà i tuoi sbagli e torniamo a lavorare insieme per il bene del paese e per la caduta rapida del governo Prodi». Dunque, pace fatta? Di certo, ieri a Palermo per una manifestazione del suo partito, Casini si è fermato in un gazebo allestito per la raccolta delle firme per il nuovo partito promosso da Fi e nel foglio delle firme ha lasciato una dedica: «Agli amici di Forza Italia, firmato Pier Ferdinando Casini». Poi s'è avviato in un cinema dove ad attenderlo, oltre al Governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, c'erano anche i leader isolani di An e il presidente dei Circoli Liberal, Ferdinando Adornato. Come dire la vecchia Cdl. «Bisogna evocare un governo di transizione per calamitare i dissensi nel governo Prodi e non trincerarsi nella strategia delle "spallate"», ha proseguito Casini che non ha mancato di sottolineare che l'Udc «è impegnata a lavorare contro Prodi e per la sua caduta». Poi ha parlato di «un governo che mette insieme tecnocrati come Dini, professori illuminati come Fisichella ed estremisti di sinistra come Rossi e Turigliatto» per sferrare poi un colpo al titolare degli Interni: «Se il ministro Amato è una persona seria dovrà dimettersi nel caso in cui non saranno stanziati i fondi per la sicurezza come promesso dopo la protesta dei poliziotti».

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