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Veltroni: An non vuol votare

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Suquesto punto il leader del Pd vuole essere chiaro. Lo ha ribadito più volte: il governo deve andare avanti. E An, con lui, non ha provato neppure a tirar fuori l'argomento. «Elezioni in primavera? Il senso dell'incontro di ieri (lunedì, ndr) è esattamente il contrario». Come a dire: Alleanza nazionale vuole tutto tranne questo. Veltroni osserva, invece, che «un importante aspetto politico è stato quello di condividere l'idea di riformare le regole del gioco, al di là di quello che si pensa sulla durata del governo. Finora - puntualizza Veltroni - su questo si era fatto un gran pasticcio». Ma terminata la prima tappa, il giorno dopo l'incontro con Fini, Veltroni prosegue la sua maratona del dialogo. Venerdì vedrà Berlusconi: «Mi aspetto una prima convergenza sulle riforme costituzionali e dei regolamenti parlamentari». Ma sulla possibilità di spazzare via Prodi, ribadisce che «lo schema legge elettorale e poi voto non funziona». In vista degli incontri, il leader del Pd pensa anche a togliere dubbi a chi, come Arturo Parisi, lo critica per la scarsa concretezza. «Non sono un incantatore o un serpente - si difende Veltroni - Cerco solo di far uscire l'Italia da questa situazione di odio e contrapposizione. Mi sto sforzando di spiegare a tutti che forse è ora di realizzare queste riforme. In pochi mesi possiamo fare scelte molto importanti». Veltroni torna a parlare anche di legge elettorale: «Si può partire dal sistema tedesco», ma bisogna adattarlo all'Italia, oppure «si rischia l'ingovernabilità, per questo ci vuole qualche elemento correttivo per non uscire dal bipolarismo. Serve un nuovo bipolarismo all'Italia - spiega - C'è il rischio di una dittatura delle minoranze. Del resto nessun Paese europeo ha preso e infilato il modello di un altro Paese». E ora Veltroni attende solo il faccia a faccia col Cav. A differenza dell'incontro con Fini, si discuterà anche di voto anticipato.

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