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Ludovico Serio «Un pretesto» per avere la maggioranza nel ...

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A finire sotto accusa l'operato del governo, e in particolare quello del ministro Padoa Schioppa, che per il Tar avrebbe agito nel rimuovere Petroni non tanto per tutelare gli interessi aziendali, ma quelli della sua maggioranza. Sul fronte Rai regna la confusione. Il presidente Petruccioli aspetta di «vedere quali saranno le reazioni degli altri soggetti coinvolti in questa vicenda», mentre Sandro Curzi chiede un Cda «agibile» oppure «tutti a casa». In effetti la situazione non è ancora molto chiara visto che il governo ha subito deciso di chiedere una sospensiva della sentenza e di ricorrere al Consiglio di Stato. Nel frattempo però i legali di Petroni fanno sapere che la sentenza è già esecutiva e che quindi il loro assistito già dalla prossima riunione del Cda potrebbe ritornare. Intanto Fabiani attende il suo destino precisando già che non farà ricorso qualora dovesse essere messo da parte. Ma è politicamente che l'accoglimento della sentenza ha creato le maggiori fibrillazioni. Il centrodestra canta vittoria e con il presidente della Commissione di Vigilanza, Mario Landolfi, che proprio sulla vicenda Petroni aveva ingaggiato un duro braccio di ferro con il governo, si lancia nel chiedere le dimissioni di Padoa Schioppa. «Il ministro Padoa Schioppa ha paralizzato l'attività del servizio pubblico. Ora dovrebbe dimettersi», chiarisce Landolfi, precisando che «l'azionista ha rimosso il professor Petroni dal Cda della Rai non per tutelare un interesse aziendale ma per assecondare un interesse politico della sua maggioranza». Il gruppo di Forza Italia in Commissione, invece, chiede l'audizione del ministro «per riferire sui danni provocati al servizio pubblico e all'azienda Rai». In difficoltà e spaccato il centrosinistra. Il Partito democratico sposta l'attenzione sull'immediata approvazione del ddl Gentiloni di riforma della Rai. E così Lusetti parla di «una situazione che rende ancora più urgente l'esame del disegno di riforma», mentre il ministro Gentiloni chiede che si «proceda spediti». Da Udeur ed Idv arriva la richiesta di «azzeramento» del Cda e di nominarne uno nuovo di zecca. L'ennesima spaccatura nel centrosinistra.

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