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Si accende il faro sul caso Roma

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C'èchi, come Massimo Converso, presidente dell'Opera Nomadi, parla di «olocausto sociale e umanitario sulla pelle dei minori». E chi, come Simonetta Matone, sostituto procuratore del Tribunale per i minori di Roma, molto più concretamente, spiega senza giri di parole, che «la realtà dei campi nomadi è fondata sullo sfruttamento delle attività criminose». Aggiungendo qualche dato che fa riflettere sulla situazione a Roma: «In nove giorni di lavoro sono stati arrestati 66 minorenni. Sessantadue di questi erano rumeni, due albanesi e due italiani». E che Roma stia vivendo una vera e propria emergenza sicurezza legata all'arrivo di nomadi dalla Romania lo dimostra anche il dossier che Roberta Angelilli, deputato europeo di Alleanza Nazionale, ha presentato ieri in una conferenza stampa nella sede del Parlamento Europeo a Strasburgo. Nella Capitale ci sono 25 campi nomadi, con una popolazione che sfiora le seimila persone. Ma altre diecimila, almeno, sono quelle non censite, abusive, che vivono in alloggi di fortuna. Il 70 per cento di queste ha meno di 21 anni e il 37 per cento meno di 14. L'anello debole della catena sono proprio questi ultimi, i «bambini di strada», costretti all'accattonaggio oppure, sempre più spesso, a prostituirsi. E la politica seguita dal Comune di Roma fa acqua da tutte le parti. Come ammette anche Massimo Converso, storico presidente dell'Opera nomadi e esponente di Rifondazione Comunista: «I campi vanno smantellati e va applicato il protocollo sulla scolarizzazione dei minori. Affidando l'assistenza e il controllo ad associazioni che li seguano veramente e con continuità». Neppure il pacchetto sicurezza che il governo fatica ad approvare, e che contiene pene più severe per chi costringe i bambini all'accattonaggio, sembra però la soluzione. «Si sposterà semplicemente il problema a un livello più alto - spiega ancora Converso - invece di mandarli a chiedere l'elemosina li costringeranno allo spaccio della droga. Se non si fa prevenzione è assolutamente inutile approvare quel decreto». Ma è un aspetto sul quale governo e Campidoglio, nonostante i proclami, non sembrano intenzionati a intervenire. Basti pensare che il sindaco di Roma Walter Veltroni ha annunciato ad agosto la creazione di una task force di 60 vigili urbani per affrontare cinque temi legati alla sicurezza: parcheggiatori abusivi, lavavetri, ambulanti non autorizzati, schiamazzi e molestie, accattonaggio. Provvedimento, però, rimasto inattuato perché il Comune non ha stanziato i finanziamenti necessari per farlo partire. Pa. Zap.

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