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Prodi ha un nuovo nemico Il suo nome è Michele

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Quellache doveva essere un'inquisizione si è rivelata per Santoro l'occasione per replicare a tutti senza peli sulla lingua. Un'audizione tranquilla che ha confermato le attese della vigilia come lo stesso presidente Landolfi ha poi chiarito: «I toni e i contenuti hanno dimostrato che non c'è nessun processo né caccia alle streghe, ma solo il tentativo di comprendere dove va l'approfondimento politico ai tempi dell'antipolitica». Così Santoro ha potuto ribattere alle dichiarazioni del premier che qualche giorno fa aveva bollato la sua puntata sul pm di Catanzaro De Magistris «poco corretta e professionale». L'ex conduttore di Samarcanda ha spiegato che «è una grave forma di maleducazione quella di polemizzare con trasmissioni che non si sono viste. Io direi guarda prima il programma e poi mi critichi. Se non lo si fa, allora l'atteggiamento nei confronti del destinatario delle critiche non è avere delle risposte, ma provocare una forma di delegittimazione». Altra precisazione sul ministro Mastella che aveva annunciato le dimissioni del CdA dopo l'ultima puntata di "AnnoZero". «Mastella non l'ho inventato io» ha precisato Santoro, facendo notare che «è su tutti i giornali ed è il protagonista assoluto in questo momento». Nessuna strategia ma informazione su di un protagonista della politica con la precisazione che «se il ministro mi avesse dato un'intervista in cui in modo brillante e sul merito mi rispondeva alle affermazioni di Travaglio, l'avrei mandata in onda senza commenti». Un Santoro in grande forma che ha allontanato da sé anche qualsiasi etichetta di fazioso: «La respingo al mittente, perchè è assolutamente in contrasto con la mia storia». E come conferma sottolinea «che in questo momento le polemiche ce le ho sul fronte del governo». Più imparziale di così. Ma un atteggiamento comunista però ce l'ha Santoro e lo ammette lui stesso quando risponde a chi gli fa notare gli striscioni nell'ultima puntata di "AnnoZero" contro Mastella: «Sono un distributore di peso informativo. È il mio lato comunista, lo dovete sopportare. Nelle mie trasmissioni facciamo una redistribuzione di ricchezza informativa sottratta. Se il pubblico ha i cartelli e non può parlare, parlerà attraverso i cartelli, che non tolgono credibilità». Ed infine un annuncio: «L'anno prossimo "AnnoZero" non tornerà. È un esperienza conclusa, frutto di un momento storico e che segnava il nostro ritorno in Rai. Ma l'anno prossimo torneremo a sperimentare altro, sempre se l'editore sarà d'accordo». E chissà se le polemiche ci saranno ancora.

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