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Alessandra Mussolini: «Sì alla federazione Con Gianfranco Fini ci parliamo di nuovo»

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La Cdl ormai non c'è più, bisogna andare oltre. Pensare oltre, magari anche a un nuovo nome». Alessandra Mussolini torna nell'arena. Oggi celebra la prima conferenza programmatica di Azione sociale, il suo movimento. E avrà un ospite d'eccezione: Silvio Berlusconi. Ci saranno delegazioni di tutti partiti del centrodestra. «Meno uno». Quale onorevole? «Indovini un po'». Forse l'Udc? «Cesa ci ha fatto sapere che avevano altri impegni e non sarebbero venuti. Spero che ci ripensi in queste ore perché sarebbe proprio un peccato: la nostra convention vuole essere un appello all'unità, ci sono tutti i partiti del centrodestra tranne il loro». Forse non è un caso... «Be', mi pare in linea con quanto afferma Casini. Mi pare, però, che così non si va da nessuna parte. Noi oggi ribadiremo la necessità di difendere questo bipolarismo». Ma perché pensa che Casini non andrà da nessuna parte? «Perché gli italiani hanno scelto le coalizioni, non i partiti. Ormai l'Italia ha deciso, andare contro questo bipolarismo significa andare contro la maggior parte degli italiani». Ma l'Udc ha «solo» votato per la missione in Afghanistan, che aveva sostenuto già quando era al governo. «No, guardi, quello era un sostegno a Prodi. Sono prove tecniche di nuova maggioranza. Casini sta facendo quello che ha già fatto Follini. E pensare che proprio il leader del'Udc aveva detto che quella del suo ex compagno di partito era una "vicenda triste"». Comunque anche Berlusconi ha preso atto della «separazione». Secondo lei, che cosa dovrebbe fare adesso il Cavaliere? «Quello che sta facendo. Nei matrimoni quando si va in crisi o ci si separa o si va dal mediatore coniugale. La Cdl ormai ha esaurito la sua spinta, inutile nasconderselo. Silvio deve continuare sulla strada intrapresa, magari spingendosi anche oltre». A che cosa si sta riferendo? «Penso alla federazione del centrodestra, mi sembra un'ottima soluzione. Noi non escludiamo anche altre forme, altri assetti». Altri assetti? «Sì, voglio dire che siamo pronti a discutere. Non chiudiamo le porte a nulla. Per noi conta un solo punto: possiamo immaginare qualunque tipo di assetto, ma il vero collante della coalizione è Berlusconi». Un nuovo assetto e magari anche un nuovo nome? «Credo che Silvio stia pensando anche a quello». Ma lei avrà qualche preferenza? «La mia preferenza è cambiare la situazione attuale e decidere tutti assieme sul futuro». Come immagina la nuova federazione? «Una struttura trasparente per i cittadini. Basta con i tavoli e tavolini romani, pensiamo a far nascere il nuovo soggetto dal basso». Il Cavaliere ci sta provando con i Circoli della Libertà... «Sì, ma per ora sono ancora troppo legati alla realtà di Forza Italia. Devono aprirsi». Azione sociale lavorerà con la Brambilla? «Faremo un'iniziativa assieme per una discarica in Campania. Poi si vedrà». Entrerà nel partito unico? «Non corriamo troppo». Secondo lei, chi ci deve essere nel nuovo soggetto e chi no? «Per carità, non mi sembra il caso di fare classifiche e comunque non è questo il mio spirito. Ritengo, però, che si debba partire da chi c'era nella manifestazione del 2 dicembre, una manifestazione di popolo e non di partito». Quel giorno in piazza c'era anche un altro partito di destra radicale che si sta avvicinando alla Cdl, la Fiamma di Romangoli. «Non so. E ripeto: il leader è Berlusconi, decide lui». E Fini? Avete avuto incontri? «Ci siamo sentiti, ci sentiamo». Addirittura? «Un conto sono le valutazioni personali e politiche, un conto è la politica». Azione sociale punta però a calamitare gli scontenti di An. «Siamo un movimento della tradizione e dell'identità. Difendiamo le radici cristiane e vogliamo che le radici cristiane siano inserite nella Costituzione europea e anche in quella italiana. Impediremo una immigrazione clandestina. Siamo contro le subalternità e ci battiamo per un esercito europeo...» Insomma, sta lanciando un'opa sui delusi di An? «Se c'è un dissenso, noi lo possiamo contenere. Altrimenti potrebbe finire anche alla Margherita». A che c

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