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«Se si vota tra un anno il candidato è Silvio»

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Nel turbolento «day after» del voto in Senato sul rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, dopo un pomeriggio di incontri e telefonate, alla fine si decide di convocare un'assemblea per questa mattina di tutti i deputati e i senatori della casa delle Libertà. Una sorta di conclave a cui parteciperanno Forza Italia, An, Lega, ma anche Nuova Dc e Pri. La riunione, che si svolgerà nella Sala della Regina di Montecitorio, ha un unico obiettivo: quello di ribadire le ragioni dell'astensione dell'altro giorno in Senato. Intanto ieri sera Gianfranco Fini ha detto che se si torna presto alle urne Silvio Berlusconi rimarrà il candidato del centrodestra. L'ex ministro degli Esteri ha fatto notare che «non c'è un problema anagrafico. Prima del partito deve venire la coalizione, e questo dovrebbe capirlo anche Pier Ferdinando Casini». La decisione della riunione di stamani è stata presa dopo che, per tutto il pomeriggio, c'è stato un via vai nell'ufficio romano di Silvio Berlusconi. All'appello praticamente tutti: Gianfranco Fini, Roberto Calderoli, Gianni Letta, Paolo Bonaiuti e Andrea Ronchi. Chi non ha potuto essere presente lo ha fatto via telefono. Come ad esempio Umberto Bossi, sentito da Calderoli. Un vertice, quello di palazzo Grazioli, durato più di tre ore e in cui qualche decisione è stata presa. Innanzitutto la convocazione di un'assemblea Cdl per questa mattina. Inoltre i capigruppo del centro destra di Camera e Senato hanno deciso di non andare dal presidente Giorgio Napoletano, a differenza di quanto fatto dall'Udc. Ma soprattutto si è deciso di usare toni più morbidi nei confronti dei centristi. In fin dei conti il voto di maggio è alle porte e in alcune città la scelta dei candidati è ancora in alto mare.

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