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Napolitano dà l'ultimatum al governo

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Niente più infortuni sulla politca estera, non è possibile tollerarne altri, è il pensiero di Giorgio Napolitano. Insomma, sul Colle non vedrebbero di buon occhio il fatto che il governo si presenta in Aula, si vota decreto che rifinanzia la missione in Afghanistan e poi l'opposizione presenta un ordine del giorno che viene votato dalla Cdl in blocco e magari anche da qualche pezzo della maggioranza facendo saltare l'Unione. È lo schema Vicenza, è esattamente quello che sta ritentando il centrodestra così come fece agli inizi di febbraio quando il ministro della Difesa Arturo Parisi si presentò al Senato per spiegare la scelta di dare l'ok agli Usa sull'allargamneto della base di Vicenza: la Cdl consegnò un testo con cui si approvava la relazione di Parisi, la maggioranza andò in panne e nel suo ordine del giorno si parlava solo di «presa d'atto» della relazione del titolare della Difesa. Fu il preludio di quello che accadde poi per la successiva relazione del titolare degli Esteri Massimo D'Alema e che portò poi alla crisi di febbraio. Ora, il centrosinistra si trova nella stessa situazione di un mese fa, con l'unica differenza che ha esaurito i bonus: la prossima volta che cade va a casa. In compenso sa perfettamente che l'opposizione proverà a mettere in campo un nuovo trabocchetto: chiederà di mandare ai soldati italiani in Afghanistan più mezzi, più strumenti in virtù del fatto che lo scenario sul campo è cambiato e, sciolte le nevi, i talebani stanno scendendo dalle montagne per attaccare i militari occidentali (solo ieri hanno fatto 18 morti). Proprio per questo i centristi della maggioranza si smarcano. L'Udeur con Fabris ha fatto sapere che potrebbe votare l'ordine del giorno dell'opposizione. Per non parlare dei margheriti filo-Usa, come Lamberto Dini e i parisiani vari. E allora, che fare? Piero Fassino gioca d'anticipo. Non chiude alla possibile richiesta della Cdl («Se l'ordine del giorno presentato dall'opposizione è condivisibile non vedo difficoltà a votarlo, ma la valutazione va fatta in concreto»), e poi si spinge oltre. A Giuliano Ferrara che nel corso di Otto e mezzo gli chiede se la maggioranza voterà a favore dell'ordine del giorno che l'opposizione intende presentare per modificare le regole d'ingaggio dei soldati italiani in Afghanistan, il segretario dei Ds spiega: «In linea di principio siamo interessati a fare in modo che le missioni abbiano condizioni di sicurezza ed efficienza, ma bisogna vedere nel merito cosa c'è scritto e solo allora si valuterà se votarlo o meno». Dunque, la parola d'ordine è giudicare nel merito. Che vuol dire anche che la stessa maggioranza potrebbe presentare un suo testo per arginare quello dell'opposizione. Si deciderà lunedì, quando i capigruppo dell'Unione si dovrebbero incontrare per decidere un testo comune, anche se il termine per presentarli è già scaduto. Potrà essere ammesso solo a discrezione del presidente dell'Aula, Franco Marini. Che potrebbe in linea teorica anche bocciare una nuovo odg della Cdl e accettare uno dell'Unione. O magari chiedere alle due parti in campo, visto che i due testi andrebbero nella stessa direzione, di approvarne uno unico. In modo da evitare un'altra Vicenza e sul Colle sarebbero tutti felici e contenti. F. D. O. [email protected]

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