Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Karzai media, nonostante tutto

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

«La palla è nelle mani dei Taleban e dei "facilitatori"», sintetizza una fonte ieri sera. Il Governo ha soddisfatto tutte le richieste dei sequestratori di Daniele Mastrogiacomo e del suo interprete. Romano Prodi e Massimo D'Alema si sono concessi alcune ore di sonno pronti a verificare sin dall'alba di oggi se gli interlocutori staranno ai patti raggiunti tra mille acrobazie nel tardo pomeriggio di ieri. Patti faticosamente chiusi dopo una giornata, ricostruiscono le fonti, passata «nel continuo mutare della situazione e nel continuo riannodare i fili» di una trattativa sempre condotta tra l'incertezza sulla bontà delle fonti e la palese disinformazione dei mille portavoce talebani. «È un puzzle delicatissimo che si costruisce tessera su tessera e quando ne abbiamo messe dieci ne saltano tre per cui bisogna ricominciare a ricostruire», ha spiegato il portavoce del Governo Silvio Sircana. Così si spiegano le tante continue telefonate del premier Romano Prodi al presidente Ahmid Karzai (almeno sette tra sabato e ieri), unico interlocutore istituzionale dell'Italia in questa vicenda che ha visto una sorta di silenzio-assenso dell'amministrazione Bush, mai direttamente interpellata ma sempre presente nel suggerire a Karzai fin dove potesse spingersi. «Per noi Mastrogiacomo sarà libero solo quando sarà in mani italiane», hanno fatto sapere all'unisono Prodi e D'Alema. Mani italiane che possono essere anche quelle dei «facilitatori», anche quelle di Emergency. Non a caso l'unico intervento dell'organizzazione di Gino Strada, durissimo, è piombato nel momento più difficile: «Non sono state interamente soddisfatte le condizioni che coloro che detengono Mastrogiacomo, a ragione, si attendevano». La Farnesina ieri sera ha ricevuto assicurazioni attendibili che i Taleban avevano accettato le proposte alternative dell'Italia a ciò che ancora chiedevano e non era possibile dare. Nel silenzio stampa del Governo tutto è comunque pronto dal punto di vista operativo: le modalità dello scambio, che dovrebbe avvenire in fasi distinte, hanno impegnato a lungo i vertici del Governo e dei servizi segreti. Pronti, naturalmente, i facilitatori che possono muoversi nella zona controllata dai Taleban.

Dai blog