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di LUIGI FRASCA ADESSO la Rai ha un nemico in più, Clemente Mastella, che in passato è stato anche giornalista ...

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Di comunisti. Ora so che si tratta di comunisti pure froci». Frase che ha fatto trasalire il ministro della Giustizia: «Un saluto, arrivederci. Vado via». Erano le 22 e 55 dell'altra sera. L'abbandono sanciva la nascita di una lunga polemica sulla puntata santoriana dedicata al tema dell'omosessualità e dei Dico. «Questo non è servizio pubblico. La faziosità non appartiene al servizio pubblico. Ciascuno può avere opinioni divergenti ma questo atteggiamento nella conduzione non è pedagogico», ha poi detto Mastella. Il clima in effetti era ostile al Guardasigilli e lo si è visto dietro le quinte con Santoro che si è lamentato con Travaglio «Mastella ha retto bene». A quel punto il ministro si è alzato: «Santoro, tengo famiglia, me ne vado». Ieri sono divampate le polemiche mentre in serata il direttore generale della Rai Cappon ha deciso di convocare nei prossimi giorni Santoro e Marano per valutare la situazione. «Più che una trasmissione quella di ieri sera ha avuto l'andamento di un processo per direttissima contro chiunque avesse qualcosa da obiettare alla ideologia del gay pride», ha dichiarato il parlamentare della Margherita Enzo Carra. «Mastella ha fatto bene a lasciare l'improvvisato tribunale - aggiunge Carra - prima che si passasse al plotone d'esecuzione. A lui va la nostra solidarietà. Alla Rai avanziamo la richiesta di dedicare maggiore attenzione ai contenuti delle trasmissioni piuttosto che alle lunghe e inconcludenti contese sulle nomine» Il vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai Giorgio Merlo (Margherita) ha affermato che «senza innescare alcun processo, metodo estraneo alla comune prassi democratica, mi riesce sempre più difficile comprendere qual è il ruolo di personaggi televisivi come Santoro quando conducono i loro programmi». Per Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia, «è l'arroganza di Santoro ad essere insopportabile. Piena solidarietà al ministro Mastella. Lo spettacolo di ieri sera è stato indegno da molti punti di vista. Santoro ha fatto un pessimo servizio, con le immagini provocatorie sul gay pride, anche ai gay. Non è possibile che il servizio pubblico sia utilizzato da questo signore e dal suo guardaspalle Travaglio per costruire trasmissioni nelle quali organizza dei programmi praticamente senza possibilità di contraddittorio.Santoro è un prepotente provocatore, un Masaniello culturalmente da quattro soldi che può servirsi a suo arbitrio del servizio televisivo. È auspicabile un accordo bipartisan tra maggioranza e opposizione per lasciare solo Santoro con i suoi deliri». Per l'Udc Pier Ferdinando Casini, la vicenda Annozero-Mastella dovrebbe suscitare nel leader dell'Udeur «seri dubbi sulla compatibilità del centro con una cultura che è l'antitesi di ciò che il centro pensa»: e l'ex presidente della Camera ha espresso a Mastella la sua solidarietà «per il modo in cui è stato trattato nella trasmissione di Santoro». Anche i leghisti sono passati all'attacco, ma non solo di Santoro: «Alla Rai ormai il problema non è più l'occupazione comunista, dato ormai assodato e consolidato, ma chi fa il comunista più comunista degli altri. Lo splendido (con la sua fulva chioma) Santoro gioca con i soldi pubblici andando ormai oltre il limite del buon gusto». Sono le parole del vice presidente dei senatori della Lega Nord e membro della Commissione Vigilanza Rai, Dario Galli.

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