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Altolà della Cdl: vogliono boicottare la riforma

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Il timore è che il coinvolgimento dell'opposizione diventi poco più che formale. O, peggio, che la discussione sfoci nel referendum. Così ieri dopo il vertice a Palazzo Chigi vari esponenti della Cdl hanno sottolineato che la mancata presentazione della bozza Chiti, avrebbe conseguenze gravi. «Quella iniziativa - chiedono gli azzurri Fabrizio Cicchitto e Mario Valducci - è da considerarsi esaurita, oppure, prima di andare ad un confronto in sede parlamentare, questo testo verrà reso pubblico? Il governo deve rispondere subito a questo interrogativo anche per capire se ci si è trovati di fronte ad una manovra puramente dilatoria, magari per fare scattare il referendum». Monito ribadito dall'intera opposizione al termine di un incontro, durato quasi due ore, nello studio del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. Alla riunione hanno partecipato, oltre al dirigente leghista, il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione, Cicchitto e Denis Verdini per Forza Italia, Vincenzo Nespoli per An. «Da mesi il ministro Chiti - ha detto Buttiglione - si è impegnato a fare una proposta da trasformare in mozione parlamentare, da cui partire per il lavoro nelle commissioni. Chiediamo a Chiti di convocarci e farci conoscere la sua proposta. Se non è in grado di farlo si assumerà la responsabilità politica di un fallimento di percorso. A quel punto, toccherà a Prodi individuarne un altro. Al momento è improvvido che Prodi si agiti tanto e faccia sue consultazioni». Chiarezza è quanto chiede anche il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa. «Da un lato Prodi annuncia le sue consultazioni, dall'altro non si è ancora esaurito l'ottimo lavoro istruttorio del ministro Chiti, che oggi (e non un mese fa) ha di nuovo interloquito con noi sulla legge elettorale....». La riunione tra tutte le forze dell'opposizione è stata preceduta da un faccia a faccia tra il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa e Calderoli che hanno convenuto sulla necessità di lavorare per allontanare il referendum. La Lega sta elaborando una strategia flessibile, imperniata su una «strada maestra», l'armonizzazione tra la revisione della legge elettorale e le riforme costituzionali, e una «strada minore», ovvero una «piccola riforma della legge elettorale attuale per evitare il referendum». Il Carroccio guarda con interesse alla volontà, manifestata da vari esponenti della maggioranza, Violante e Piero Fasisno in primis, di accompagnare la riforma elettorale con modifiche di natura costituzionale volte a diminuire il numero dei parlamentari e a introdurre il federalismo fiscale e il Senato delle Regioni. [email protected]

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