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È PROPRIO il caso di dirlo, chi ha tempo non aspetti tempo.

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E pensare che era stato proprio il premier, alla vigilia del vertice di Caserta, a «tirare le orecchie» a Piero Fassino colpevole di aver auspicato un programma di riforme in 5 mesi («È ora di rischiare tutto o si muore»). «Abbiamo lavorato molto in questi 7 mesi - aveva precisato il Professore - andremo avanti anche in futuro, con un programma riformista che ha di fronte un orizzonte di 5 anni». Insomma, un invito chiaro a non avere troppa fretta. Eppure il premier sa che, come diceva Lowell, «solo gli stupidi non cambiano mai opinione». Per questo ieri, concludendo la sua visita ufficiale in Turchia, prima di volare a Soci nella dacia di Vladimir Putin (i due hanno parlato soprattutto dei rapporti tra Italia e Russia e della situazione internazionale), ha spinto sull'acceleratore. Probabile, anzi certo, che sulla scelta del Professore abbia influito il richiamo del commissario europeo Joaquin Almunia che, da Bruxelles, ha sollecitato l'Italia a fare riforme rigorose. Così, dopo aver spronato per due giorni «l'amico» Erdogan a proseguire con tenacia sulla riforme necessarie per l'approdo della Turchia nella Ue, il Professore ha suonato la carica per l'Italia. «Ora i conti sono in ordine - ha spiegato - e, stavo per dire la prossima settimana, ma addirittura nei prossimi giorni proseguiremo a ritmo sempre più veloce il cammino delle riforme economiche. Secondo il premier, infatti, non ci sono riforme efficaci senza risanamento perché «nessuno si sarebbe aspettato di poter fare riforme economiche senza un quadro di lungo periodo macroeconomico». Ora quindi «dopo avere messo a posto i conti con la Finanziaria» si avanza con riforme che «sono di vitale importanza, fondamentali». Nessuna «fase due» però, ma una continuità nell'azione di Governo. Continuità che si tradurrà in alcune sorprese che verranno presentate a breve. Il pensiero vola così al Consiglio dei ministri di domani pomeriggio. Una riunione durante la quale dovrebbe ricevere finalmente l'ok la seconda tranche delle liberalizzazioni messe a punto dal ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani. A quanto si apprende, nel pacchetto potrebbero trovare spazio un paio di norme studiate dal viceministro dell'Economa Vincenzo Visco. Si tratterebbe di interventi per dare agevolazioni fiscali alle imprese impegnate a rilanciare lo sviluppo con investimenti in innovazione e ricerca. Ma non è escluso che, alla fine, da via XX Settembre possano arrivare altre sorprese. Nel frattempo non si placano le polemiche legate alle rivelazioni dell'ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko che, in un video trasmesso dalla Bbc, ha parlato di presunti rapporti tra il premier Prodi e i servizi segreti russi.

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