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Primo risultato, il ddl slitta ancora

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E probabilmente non sarà neanche quello successivo, che si svolgerà presumibilmente il 2 febbraio. Salterà così il termine fissato dal Parlamento che nel dicembre scorso, con il voto di una mozione, aveva chiesto di varare un testo entro la fine di gennaio. Certo, non sarebbe una novità che un atto di indirizzo delle Camere resta lettera morta. Ma non sarebbe un buon segno. Soprattutto per chi sperava in una legge in tempi rapidi, immediati. Sul disegno di legge, che dunque dovrà poi ricevere l'ok del Parlamento, ci stanno lavorando due gruppi di lavoro: oltre a quello della Pollastrini anche quello di Rosy Bindi, che è invece titolare del dicastero della Famiglia. Anzi, le due ministre stanno operando in prima persona sulla legge. E si sono giurate di mantenere il più stretto riserbo. Qualcosa però filtra. E quello che appare è che il disegno di legge potrebbe non essere discusso nell'ultimo consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi nella prima metà di febbraio. La Pollastrini è ottimista ma non fissa date: «Nei prossimi giorni con la collega Bindi dovremmo essere in grado di presentare al Consiglio dei Ministri una proposta di legge condivisa sulle coppie di fatto che poi passerà alla valutazione del Parlamento». E aggiunge: «Il nostro ufficio legislativo e quello del ministero per la Famiglia - aggiunge la Pollastrini - stanno lavorando armoniosamente». La Bindi, invece, parlando a Radio 24, non fa neanche previsioni e si lascia scappare alcuni punti del nuovo testo: «Escludiamo forme di adozione per coppie omosessuali». E spiega: «I diritti da tutelare sono quelli del bambino che ha diritto a crescere con una figura materna e una figura paterna». Fissa poi i paletti: «Non riconosceremo le unioni di fatto in quanto tali perché potrebbe apparire una sorta di via parallela al matrimonio. Non prevederemo nessuna forma che possa essere a rischio di equiparazione tra matrimonio e convivenze di fatto. D'altra parte siamo consapevoli che sempre più persone decidono di condividere la propria vita senza ricorrere all'istituto matrimoniale, quindi vogliamo riconoscere i diritti di queste persone. Su questo c'è accordo tra me e la collega Pollastrini». Sui tempi la Bindi parla di settimane e non di giorni. In serata alla Camera, dove è rimasta tutto il giorno per assistere al dibattito sulle mozioni, è ancora più vga: «Stiamo lavorando, presenteremo il testo quando saremo pronti, e se troveremo una sintesi». F. D. O.

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