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Incontro con l'ambasciatore turco presso la Santa Sede

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Il Papa: «Cristiani e musulmani insieme per costruire la pace»

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E il ribadito riconoscimento del ruolo «ponte» della Turchia tra continenti e culture. Su questo ha concentrato la sua attenzione il Papa nel discorso al nuovo ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede, Muammaer Dogan Akdur, ricevuto ieri per la presentazione delle lettere credenziali. Benedetto XVI ha anche ricordato i momenti salienti dell«'indimenticabile» viaggio che ha compiuto in Turchia lo scorso novembre, ha auspicato il riconoscimento giuridico per la chiesa cattolica turca e confermato il «rispetto» per l'islam. «Nel mondo attuale in cui le tensioni sembrano esacerbarsi» ha detto Sua Santità «i credenti delle differenti religioni» devono «sforzarsi di operare insieme a favore della pace, cominciando dal denunciare la violenza, troppo spesso utilizzata in passato con il pretesto di motivazioni religiose». A proposito del posto che compete alla Turchia nel consesso internazionale papa Ratzinger ha ribadito che la Santa Sede «riconosce il ruolo specifico della Turchia e la sua situazione geografica e storica di ponte tra i continenti asiatico e europeo e di crocevia tra le culture e le religioni». «La Santa Sede - ha detto il Papa senza però citare espressamente nè il genocidio armeno nè la questione turcocipriota - segue con attenzione le discussioni e gli sforzi intrapresi dalle nazioni per regolare tra loro le situazioni conflittuali ereditate dal passato, come anche le azioni impegnate per riavvicinare i paesi tra loro, nelle associazioni o unioni politiche, culturali ed economiche».». Per una tragica casualità poco dopo l'udienza pontificia al diplomatico turco, a Istanbul veniva assassinato Hrant Dink, il giornalista di origine armena che aveva chiesto verità sul genocidio armeno e per questo era stato condannato per offesa all'identità turca.

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