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BRUXELLES — «Sono un portavoce italiano e posso comprendere il rammarico degli italiani.

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«Amarezza» e «profonda insoddisfazione» sono state espresse ieri da Frattini; «sorpresa e disappunto» gli ha fatto eco qualche ora dopo l'ambasciatore Rocco Cangelosi, rappresentante permanente d'Italia presso l'Ue. Il copione è sempre lo stesso, l'Italia protesta perché a Bruxelles la sua lingua e la sua cultura vengono ignorate o bistrattate, una volta perché non ci sono gli interpreti per le traduzioni, un'altra perché il sito web della presidenza di turno non prevede l'italiano, un'altra perché si convocano decine e decine di rappresentanti della cultura europea per un convegno e non c'è nemmeno un italiano. Stavolta, però, la «svista» appare quanto meno paradossale, se si pensa che la protesta di Frattini si riferisce a un sito Internet celebrativo dei 50 anni del Trattato di Roma: vi si trova di tutto nelle due lingue immancabili — inglese e francese — in tedesco e in spagnolo. Niente nella lingua «del paese che ha ospitato» i negoziati di quel trattato fondatore, come sottolinea Frattini, parlando di una Commissione che non deve «ignorare aspetti del proprio passato e del presente decisivi nell'alimentare la memoria collettiva». Il sito che ignora l'italiano, spiegano i portavoce, sarebbe un'iniziativa autonoma dei funzionari della direzione generale relazioni esterne, che si rivolge «ai paesi terzi, al resto del mondo» ed ha stabilito con criteri tutti suoi di utilizzare quelle quattro lingue. Anche l'esperto Petrucci, però, allarga le braccia quando i giornalisti insistono: ma perché mai, per parlare al mondo non europeo si usa il tedesco e non l'italiano?

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