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La Cdl scettica: «Finora è stato il premier a rifiutarlo»

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Insomma, il premier fa proprio l'appello del presidente della Repubblica affinchè i due poli cessino le ostilità e comincino a collaborare nell'interesse dell'Italia. C'era attesa per il primo messaggio agli italiani di Giorgio Napolitano, che è stato seguito da tredici milioni di telespettatori. Le forze politiche si sono ritrovate sostanzialmente d'accordo nel giudicare positivamente il discorso del capo dello Stato, ma con notevoli distinzioni proprio sul tema del dialogo. Prodi ha subito visto nel messaggio un «giusto richiamo» alle forze politiche, un monito volto a spingere il Parlamento e il Governo a «ricucire un dialogo». Ritornando sull'argomento durante un'intervista a Baobab su RadioUno, il presidente del Consiglio ha assicurato: «Questo è proprio quello che io voglio fare». E si dice pronto a dialogare sulle grandi riforme, come la legge elettorale. Pronto ad accettare l'invito del capo dello Stato anche il leader della Margherita Francesco Rutelli, dal quale arriva un «forte apprezzamento» del messaggio di fine anno. Favorevole anche Clemente Mastella, convinto che il dialogo sollecitato da Napolitano sia «la strada da seguire». Piero Fassino sembra condividere quando mette in evidenza «la giusta sollecitazione a istituzioni e partiti a essere all'altezza delle aspettative degli italiani». Disco verde anche da radicali e socialisti, che avrebbero però voluto da Napolitano una maggiore difesa della laicità dello Stato. Scettico, invece, il verde Alfonso Pecoraro Scanio, secondo il quale è l'opposizione che dovrebbe raccogliere l'appello di Napolitano mettendo da parte le polemiche contro la maggioranza. Decisamente contrario a ogni ipotesi di larghe intese il segretario del Pdci Oliviero Diliberto, che vedrebbe «rischi evidenti» per il governo. Nell'opposizione, il plauso per le parole di Napolitano è generalizzato, ma con importanti sfumature. I più entusiasti sono quelli dell'Udc, che sottoscrivono in pieno l'appello per il dialogo. Il segretario dei centristi Lorenzo Cesa dice che il suo partito «non può non condividere» le parole del capo dello Stato, e Maurizio Ronconi si lancia in un vero panegirico di Napolitano: «Finalmente - sostiene - al Quirinale c'è un politico di razza». Inaspettatamente entusiasti i colonnelli della Lega Nord: nonostante Bossi dica di non aver visto particolari novità nel messaggio del presidente, Maroni e Calderoli lo salutano come un'apertura sulla «questione settentrionale». An e Forza Italia mostrano invece una certa prudenza. Nessuno nega che il dialogo sarebbe auspicabile, ma poi si sostiene che è impossibile perseguire questa strada con Prodi al governo e la maggioranza che lo sostiene. Il portavoce del partito di Fini, Andrea Ronchi, condivide infatti l'appello di Napolitano, ma dice che il governo Prodi «non può essere un interlocutore visto che in tutti questi mesi ha rifiutato il dialogo». Il suo collega di partito Matteoli, capogruppo al Senato, propone di subordinare il tutto alla sostituzione di Prodi con un governo transitorio per approvare le riforme. Critici verso il centrosinistra anche gli esponenti di Forza Italia. Sandro Bondi condivide l'appello ma dice no agli inciuci, perchè «le forze politiche hanno un dovere di coerenza e trasparenza».

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