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La sinistra attacca: «Grave l'appello dell'ex premier a non pagare il canone Rai»

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Berlusconi: «La tv di Stato è inguardabile e Biagi non la migliora»

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Adesso ci mancava pure Biagi cheritorna...». Questo il duro attacco contro l'azienda pubblica di Silvio Berlusconi, l'altra sera, nell'incontro con i dirigenti lombardi di Forza Italia a Sesto San Giovanni. «Mi arrivano - avrebbe proseguito il leader di Fi - tanti fax di protesta di gente che non vuole pagare il canone. Come ex presidente del Consiglio non lo posso dire, ma se qualcuno propone lo sciopero del canone fa bene...». Prima del voto di aprile, «in tv sono andato solo duevolte e ho avuto un confronto delirante con Prodi. Poi quando dovevo andare a Canale 5 Prodi ha rinunciato e non sono riuscito nemmeno a fare un dibattito con Fassino e D'Alema. Allora ho chiesto un dibattito con dei giornalisti, ma a Canale 5 hanno minacciato lo sciopero. Furono i giornalisti assunti da Mentana a far saltare tutto», ha concluso l'ex premier. Tante le reazioni politiche alle dichiarazioni dure di Berlusconi. «Per la sinistra è comodo non capire cosa dice il presidente Berlusconi. Come può difendersi oltre la metà dei cittadini del Paese che vedono quelle trasmissioni, per esempio su Rai 3, dove vengono definiti come gente comprata e venduta e viene sempre e comunque insultata la Casa delle libertà mentre la sinistra è portata sugli scudi?», sostiene il capogruppo di Forza Italia in Commissione vigilanza, Giorgio Lainati. di pluralismo in viale Mazzini non c'è nulla. Basta vedere "Anno zero", "Blob" e "Che tempo fa"». «Ringraziamo Pier Ferdinando Casini per aver ammesso che Silvio Berlusconi non ha mai imposto uomini di Forza Italia nelle aziende chiave del Paese, ma ha cercato sempre e comunque sul mercato i migliori professionisti indipendenti E ha tentato invece di opporsi sempre a quelle nomine di pura appartenenza politica che non venivano certamentesuggerite da Forza Italia», ha detto l'azzurro Claudio Scajola, ex ministro alle Attività Produttive. Per il vice presidente della Camera Pierluigi Castagnetti, della Margherita è «molto grave l'affermazione attribuita a Berlusconi di apprezzamento per chi si rifiutasse di pagare il canone Rai. Rivela una cultura che ignora il senso del dovere civico e dello Stato. Questo è l'antistato, il qualunquismo, il disprezzo delle regole che emerge e che prevale». «Consigliamo all'onorevole Castagnetti di evitare processi alle intenzioni nei confronti di chiunque e in particolare dell'ex Presidente del Consiglio e leader dell'opposizione - ribatte Piero Testoni, responsabile dipartimento editoria di Forza Italia -. Adesso che il prodismo è in caduta libera nonostante il soccorso di una partedel giornalismo Rai, Castagnetti si vuole proporre per una trasmissione in seconda serata sull'essenza del berlusconismo? Da quando è diventato docente della materia?». «Siamo al paradosso: l'ex presidente del Consiglio invita gli italiani a non pagare il canone Rai - afferma Renzo Lusetti, responsabile dell'informazione per la Margherita - L'on. Berlusconi, non simpatizzando per Santoro, la Dandini e Biagi ha invitato tutti gli italiani ad evadere una tassa. Il pagamento del canone infatti non è facoltativo o discrezionale ma è obbligatorio trattandosi di una tassa sul possesso di un apparecchio in grado di ricevere trasmissioni radiotelevisive». «C'è qualcosa di surreale nelle parole dell'ex premier Berlusconi sulla Rai - dice Fabrizio Morri, capogruppo dell'Ulivo in Commissione vigilanza Rai -. L'uomo che per cinque anni ha deciso chi può lavorare e chi no nel servizio pubblico, mentre restava proprietario di tre reti nazionali private, non riesce a sopportare che qualcuno dei "suoi" licenziati sia tornato o possa tornare a lavorare in Rai». «Le parole dell'ex premier sul canone Rai non sono un invito all'evasione ma pongono la questione irrisolta della congruità del canone Rai in rapporto alle prestazioni di servizio pubblico», sostiene Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Fi.

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