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Ferrero (Prc): «Stessi diritti di quelle regolari». Mastella (Udeur): «Il Governo rischia»

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I Pacs continuano a infiammare il dibattito politico e i due schieramenti tirano dritti. Ognuno per la sua strada. Con l'Unione che cerca di fare quadrato sull'impegno assunto - senza comunque riuscire a trovare un punto di incotro sui contenuti della legge - e la Cdl che grida incondizionatamente il suo «no». Di certo c'è che per l'Esecutivo di Romano Prodi la strada non è in discesa. Tutt'altro, considerato che all'interno della stessa compagine i distinguo cominciano a farsi sentire. E se Barbara Pollastrini, ministro per le Pari Opportunità, fa sapere che «nei prossimi giorni ultimerà il lavoro per presentare una prima bozza della legge perché l'impegno del governo entro il gennaio 2007 verrà rispettato» e il ministro per la Famiglia Rosy Bindi si dice convinta della necessità di «raccogliere consensi e convergenze più ampi», qualcuno prende le distanze. Evita di entrare nello specifico il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, che prima di parlare di commi e articoli mette i primi paletti e spiega quale deve essere il canovaccio: «L'equiparazione dei diritti delle persone che compongono la coppia di fatto con quelli di una coppia regolare» è per l'esponente di Rifondazione Comunista, il punto essenziale. Ma l'esatto contrario pensa Clemente Mastella, secondo cui è necessario trovare un punto di equilibrio ma «un conto è la famiglia, un conto i conviventi: non ci può essere una equiparazione in toto». E non rinuncia a lanciare avvertimenti: «Questa storia della unioni di fatto - ha spiegato il leader dell'Udeur- può essere pericolosa, non so come andrà a finire ma se non fa attenzione, il Governo rischia». Nelle file della sinistra radicale, Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani sono concordi nel dire che con l'esclusione delle coppie di fatto dalla successione, si è «persa un'occasione». Ne è convinto Paolo Cento che invita tutti ad andare avanti, approvando subito una legge senza però cedere «ai ricatti ideologici e integralisti». Sulla stessa lunghezza d'onda è anche il Prc. Giovanni Russo Spena spera che «da un male nasca un bene» e che la retromarcia sulle successioni «porti finalmente a tradurre in legge il programma dell'Unione». Dal Pdci Manuela Palermi critica «la forza del Vaticano che può essere condizionante per la laicità dello Stato». L'idea di un disegno di legge governativo non piace per niente a Daniele Capezzone che senza giri di parole accusa il Governo di aver fatto una «brusca frenata». L'idea di un disegno di legge sulle coppie di fatto non piace neanche all'opposizione, che si ritrova unita nel promettere battaglia. Fatta eccezione per Chiara Moroni di Forza Italia che, oltre ad aver presentato una sua proposta di legge, si dice convinta che «le coppie omosessuali debbano essere messe nelle condizioni di scegliere la natura giuridica del loro rapporto». Pier Ferdinando Casini invece è convinto che «gli omosessuali non possano pretendere uguali diritti rispetto alle coppie regolari», mentre da Forza Italia, Fabrizio Cicchitto frena: «No alle adozioni per le coppie gay, alle quali non è giustamente consentito il matrimonio». Ancora più agguerrita, Alleanza Nazionale, che attraverso Maurizio Gasparri lancia un messaggio forte e inequivocabile: «I pacs sfasciano la famiglia». Mentre Adolfo Urso si schiera apertamente a favore della Chiesa. La reazione del Vaticano e la chiusura al disegno di legge? «È comprensibile».

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