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Con la Nuova Dc cinque centristi un Dl e uno di FI

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Dalla Calabria al Trentino, dal Veneto all'Emilia Romagna fino alla Sicilia parte la marcia di avvicinamento alle posizioni riformiste e moderate dell'erede dalla «balena bianca» da parte di molti esponenti della classe dirigente dell'area democratica del Paese, richiamati, secondo le parole del segretario, «a combattere una battaglia antica prestando forze attive e nuove della politica italiana». Oggi, dunque, la Dc si allarga ad alcune esperienze che vengono dall'Udc, dalla Margherita e da Forza Italia e si arricchisce di molte nuove adesioni dalla Valle d'Aosta e da Salerno. «La situazione richiede un adeguamento del partito nella sua struttura — spiega Rotondi — perché non siamo più quelli che eravamo all'inizio: il quadro di riferimento è cambiato e la nostra proposta politica è nuova ed energica». La squadra, presentata dal segretario Dc, affiancato da Mauro Cutrufo, capogruppo al Senato e vicesegretario del partito, si avvale di «punte» come Mimmo Crea, primo esponente della Margherita ad aderire al progetto Dc, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, subentrato a Franco Fortugno, assassinato dalla 'ndrangheta; Luciano Callegaro, ex senatore Udc, uno dei fondatori del Ccd subito dopo la discesa in campo di Berlusconi del 1994; Flavio Tanzilli, presidente della Commissione d'indagine dei crimini nazisti, ex deputato Udc, ed ora «plenipotenziario» del partito di Rotondi per l'Emilia Romagna. È un po' ritorno a casa, invece, per Aventino Frau, prima Dc poi senatore di FI; Annamaria Leone, invece, ex deputato Udc, sarà la candidata dello scudocrociato per le autonomie alla poltrona di sindaco di Verona. Non finisce qui. A rinverdire i fasti del Trentino «bianco» sarà il sociologo Renzo Gubert e dalla Sicilia Lillo Sodano, ex senatore Udc. Ma attenzione, avverte subito Rotondi «la Dc non intende rilanciarsi facendo perno sugli attriti o le ultime incomprensioni, peraltro, a mio avviso, di breve durata, fra Berlusconi e il leader Udc. Casini e il suo partito non sono un morbo per l'alleanza di centro-destra e noi non siamo il vaccino». Il segretario Dc, infatti, vuole di più, guarda all'Europa e mette a punto una scaletta ambiziosa che mira alla costituzione di una federazione italiana di partiti del centrodestra da presentare come soggetto politico unico al Parlamento di Strasburgo. «Una federazione che si fondi su solide gambe, una delle quali è Forza Italia che, oggi, secondo l'ultimo sondaggio, più che autentico, è al 32%, al livello, quindi, dei numeri che aveva la Democrazia Cristiana». E così, ecco l'invito agli alleati della Cdl ad accelerare i tempi di costruzione del Partito Popolare Europeo in Italia. Per questo, dice Rotondi, «sollecitiamo Berlusconi e Fini a far partire la costituente del Ppe. Chiediamo, pertanto, che si convochi, già nella prossima settimana, un vertice dalla Casa delle Libertà che sia la risposta politica a quello che la piazza di San Giovanni ci ha chiesto». Nessun Grande Centro con Casini e Mastella, dunque, nelle intenzioni del partito di Rotondi, «Non ci sarebbe spazio — dice — e il Grande Centro sarebbe piccolo». Rimane la volontà di realizzare la «trasformazione dell'eredità della Democrazia Cristiana in un grande partito liberale di massa di ispirazione cristiana». Sulla legge elettorale, Rotondi invita alla coesione: «Non facciamoci dividere. Dobbiamo essere capaci di contrastare l'imbroglio della sinistra delegato al ministro Chiti, a costo di fare le barricate per difendere una legge che siamo disposti a emendare solo con l'introduzione delle preferenze». Alla domanda d'obbligo sul riconteggio delle schede elettorali Rotondi spiega che «questa legislatura non durerà tanto da tenerci col fiato sospeso. Con ogni probabilità finirà prima l'Unione del lavoro di verifica delle schede».

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