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Nigi (Confsal):«Servono modifiche al Senato»

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Per il presidente vanno cambiati i punti relativi ai contratti collettivi, al taglio di risorse e al precariato

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«Servono meno tagli, il rinnovo dei contratti collettivi e la stabilizzazione dei precari» spiega a Il Tempo, Marco Paolo Nigi, presidente della Confsal e segretario generale vicario dello Snals-Confsal, sindacati che oggi incrociano le braccia per 24 ore. Qual è la motivazione della protesta? La stessa della manifestazione che abbiamo tenuto a Roma il 20 ottobre scorso e che aveva come titolo «Una Finanziaria penalizzante per dipendenti e pensionati». Questo avveniva prima dell'approvazione da parte della Camera. Il testo però uscito da Montecitorio non ha subìto alcun cambiamento. Per questo abbiamo organizzato manifestazioni in tutte le regioni d'Italia con lo stesso titolo: la manovra non crea sviluppo, non fa lotta vera all'evasione, all'elusione, al sommerso a al minorile e soprattutto va a prendere i soldi in tasca ai dipendenti e ai pensionati. Ora ci riprovate al Senato? Sì. Siamo costretti a scioperare per vedere se è possibile ottenere le modifiche che riteniamo necessarie. Quali sono i punti che vanno cambiati? In primo luogo non riscuote il nostro consenso il taglio di risorse e di organici che colpiscono in particolare la scuola, la sanità e la ricerca, il comparto della sicurezza e gli enti locali. Solo a titolo di esempio nella scuola mancherannno complessivamente 50 mila posti di lavoro. E poi i contratti collettivi nazionali. Cosa chiedete in particolare? I contratti sono scaduti da 10 mesi e secondo il disegno di legge finanziaria ci sarebbe una moratoria di un anno per la loro definitiva approvazione. Questo li renderebbe validi per tre anni considerando però sempre lo stesso tasso di inflazione programmata. Un fattore che siginfica solo perdita di potere d'acquisto. C'è ancora qualcosa che non va? Sì. Va risolto il problema del precariato. Nello Stato ce ne sono troppi. Solo nella scuola sono 300 mila. Hanno diritto ad avere una stabilizzazione e le norme della Finanziaria su questo punto sono troppo incerte. Sono queste in definitiva tutte le motivazioni profonde del disagio dei lavoratori della conoscenza e della conseguente azione di sciopero. Cosa vi aspettate con la protesta? Una manovra nettamente modificata nei settori chiave dello sviluppo, oltre che nelle politiche occupazionali e previdenziali.

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