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Brogli, la Procura smentisce il premier

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Romano: «Restano molti interrogativi». I giudici: «Nessuna frode informatica»

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«Non ho visto il film di Deaglio — ha spiegato ieri in un'intervista a Telelombardia — e non posso essermi quindi fatto un'idea. Posso ricordare i miei sentimenti di quella notte: un black out dei risultati per 2/3 ore, Pisanu che corre a casa di Berlusconi, un fatto inusuale, l'anomalia delle schede bianche. Questioni che hanno posto degli interrogativi». Prodi ha poi ricordato, riferendosi al precedente governo, che «hanno organizzato loro il voto elettonico, hanno scelto le società che lo facevano. Avevano loro il Ministero degli interni, il governo, l'organizzazione dei media. Lasciamo stare però, tutto quello che attiene alle schermaglie, al gioco di manfrine. Stiamo ai fatti. C'è un'inchiesta, aspettiamo...». Ma in serata la Procura ha spiegato che non c'era alcun motivo di attuare una frode informatica finalizzata a trasformare le schede bianche in voti per Forza Italia perché i dati comunicati dal Viminale non sono quelli ufficiali. La valutazione è arrivata dopo aver ascoltato, come persona informata sui fatti, il direttore centrale dell'ufficio elettorale del ministero dell'Interno. Il dirigente, che ha illustrato tutto il percorso, dal momento in cui viene espresso il voto presso i seggi elettorali alla fase della Cassazione, ha spiegato che i dati ufficiali non vengono mai informatizzati e che, quindi, tutti i passaggi sono fatti a mano. Il Viminale non farebbe altro che raccogliere i dati, convogliarli in un sistema informatico e comunicarli ai cittadini senza che ci sia un giro di verbali o altra documentazione cartacea. Anche nel caso in cui ci fosse stato un errore da parte del ministero — si è fatto notare a piazzale Clodio — non sarebbe stato rilevante. Al momento, è l'orientamento della Procura, non emergerebbero profili penali.

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