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Fini: «Il nostro futuro è dentro il partito Popolare»

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Gianfranco Fini, all'indomani della sua visita «madrilegna» commenta così i suoi incontri dell'altro giorno, con i leader più importanti della politica spagnola. Grande soddisfazione soprattutto perché, spiega Fini, «c'è da parte degli amici del partido popular una conoscenza approfondita della realtà italiana. C'è, continua, un rapporto di stima nei confronti del centrodestra, (certamente di Forza Italia, dell'Udc ma anche verso Allenza Nazionale) e quindi quel percorso che abbiamo avviato nel nostro Paese riguardante forme di collaborazione sempre più strette all'interno della Cdl, in vista anche di una lista unitaria se non addirittura di un partito unitario, è visto da loro con soddisfazione. È chiaro che se questo progetto va avanti la collocazione è dentro il partito popolare». Quattro incontri in tutto, a cominciare dall'attuale presidente del partito popolare, Mariano Rajoy, per proseguire con l'attuale ministro degli esteri, Miguel Angel Moratinos, con il presidente della regione di Madrid, Esperanza Aguirre — «una donna volitiva e determinata» — la descrive Fini — «un personaggio sicuramente emergente della politica spagnola». Dulcis in fundo, l'incontro con il padre del partido popular, Josè Maria Aznar con il quale Fini si è trovato «in perfetta sintonia», soprattutto su alcune questioni. Ed entrando nel dettaglio: «Innanzitutto abbiamo parlato di quello che occorre fare per l'immigrazione clandestina; poi, di come bisogna agire, a livello europeo, affinché l'Unione Europea sia più attenta ai problemi del mediterraneo, tornato ad essere centrale per tutte le cancellerie mondiali e quindi, a maggior ragione, lo devo essere anche per l'Ue». E continua: «Ci siamo trovati d'accordo anche nel ribadire che è profondamente sbagliato quello che Zapatero sta facendo in Spagna e che qualcuno vorrebbe fare in Italia», certe politiche «che finiscono per sradicare i valori fondamentali della nostra società a partire dal valore della famiglia o il ruolo che nella famiglia ha l'educazione dei figli». Una missione, quella in terra castigliana, che ha riportato nell'animo di Gianfranco Fini il «bel ricordo» dell'esperienza fatta da ministro degli esteri. Ma non solo. Perché il leader di via della Scrofa è convinto dell'importanza che ha per un parlamentare stare a stretto contatto con la politica internazionale. Convinto a tal punto da avere già in agenda una missione a Parigi, «Paese, la Francia, importante e vicino all'Italia, alla vigilia di un appuntamento importante come le elezioni del presidente della repubblica». Poi anche a Londra «per conoscere un po' più da vicino la realtà del nuovo partito conservatore britannico». E c'è persino il desiderio di spingersi «quanto prima» anche oltreatlantico, dove ci sono «gli amici statunitensi», con i quali «è necessario mantenere dei rapporti proprio perché la solidarietà transatlantica è uno dei valori fondamentali della politica estera italiana». Anche da questo punto di vista «alcune posizioni del governo Prodi sono posizioni che rischiano di proiettare del nostro Paese un'immagine negativa».

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