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Il dietrofront del presidente del Consiglio

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«Paese impazzito? No, ma servono sacrifici»

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La sortita di sabato infatti non è piaciuta nemmeno ai suoi alleati e ieri Prodi ha cambiato toni. È evidente però il suo nervosismo che non deriva solo dal pressing dell'opposizione ma anche dal malessere che serpeggia nella maggioranza. Così ieri il premier ha voluto dare un chiarimento su quello che intendeva dire come «Paese impazzito». «È un messaggio al Paese a cui dico chiaramente: non crediate che si possa uscire dalla situazione di crisi profonda, in cui ci hanno consegnata l'Italia, senza fare cambiamenti, senza fare sacrifici, senza che ognuno dia il proprio contributo. E ognuno vuole che il contributo lo dia l'altro». Rispondendo poi alle critiche dell'opposizione che ha definito l'Esecutivo come il peggiore della storia repubblicana, il Premier ha ribaltato le accuse: «Non esaminano nulla, si mettono sull'Aventino, sostanzialmente insultano. Non è questo - ha sottolineato Prodi - un modo costruttivo». Riguardo poi al dialogo per arrivare a riforme condivise, il premier ha ricordato che «sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale ha sempre detto che si possono cambiare solo assieme non violentando la minoranza come è stato fatto in passato. Coerentemente - ha sottolineato Prodi - sono su questa linea. Rendetevi conto che cambiando - ha proseguito Prodi rivolto all'opposizione - possiamo vincere». Prodi ha quindi sottolineato che «non c'era nessun scoramento nelle dichiarazioni ma era un messaggio al paese su quello che occorre per uscire dalle condizioni difficili in cui il governo ha trovato l'Italia». «Abbiamo giocato un mese e mezzo. Quanto alla Finanziaria e alla mole di emendamenti presentati, Prodi spiega che «la Manovra non è un giochino dove ognuno si prende un pezzetto di Paese». Il premier spiega di aver avuto molti incitamenti: «Vai avanti così», e chiarisce ancora una volta che la Finanziaria è «un richiamo alla responsabilità di tutti».

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