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L'Ue promuove la Manovra. Con riserva

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Secondo le stime di Bruxelles «occorrono riforme strutturali» per tagliare la spesa

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Questo, in estrema sintesi, il giudizio dell'Unione Europea sulla Finanziaria varata dal governo e in discussione in Parlamento, e, più in generale, sulla situazione dei conti pubblici italiani. Secondo le stime della Commissione, infatti, il rapporto deficit-Pil del nostro Paese nel 2007 scenderà al 2,9%. Stime simili a quelle del nostro governo: la Manovra lo prevede, infatti, al 2,8%. Dopo cinque anni, quindi, il disavanzo tornerà così al di sotto del 3%, così come prescrivono le normative comunitarie in materia di conti pubblici dei paesi membri. Non accadeva dal 2002. Sempre secondo le stime di Bruxelles, inoltre, il debito calerà al 105,9%. La promozione dei conti pubblici italiani è comunque con riserva. Il commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia, ha detto, infatti, che, per tagliare in maniera sensibile la spesa pubblica, l'Italia avrà bisogno di «riforme strutturali». «Dopo la Finanziaria, il prossimo passo deve essere la realizzazione di riforme strutturali che portino risultati positivi sul fronte della spesa», ha sostenuto Almunia. «Per il 2007 - ha aggiunto poi il commissario Ue - se la legge di bilancio sarà adottata così come è stata presentata e applicata con rigore, effettivamente ci sarà un allineamento con gli obiettivi posti a suo tempo nella raccomandazione all'Italia». Gli obiettivi di cui parla il commissario Ue per gli Affari economici sono quelli che prescrivono la riduzione dell'1,6% del deficit nel biennio 2006-2007. Poi l'ammonizione di Almunia, quella riserva che non permette all'Italia di mettersi al riparo alle censure mosse da Bruxelles nei confronti del governo. «Ma la Finanziaria - ha osservato il commissario dell'Unione Europea - è solo il primo capitolo del libro, perché nella legge di bilancio non è escluso il pacchetto di riforme strutturali che hanno effetti nel medio periodo e che costituiscono il secondo passo da compiere. Si tratta di quelle riforme - ha aggiunto quindi Almunia - che devono dare risultati positivi sul lato delle spese. Finora, infatti, con la Finanziaria tutto è stato concentrato sul lato delle entrate e, dunque, sul breve periodo». Per intederci, quelle entrate di cui parla il commissario europeo sono rappresentata dall'elevata tassazione che ha provocato le ire dell'opposizione, ma anche di larghissima parte della maggioranza, che si è scagliata contro la Manovra denunciandone prontamente anche gli elevatissimi tagli. Una Finanziaria, insomma, tutta incentrata sulla tassazione. L'esatto contrario del Dpef varato la scorsa estate. L'ottimismo di Bruxelles riguardo i conti pubblici italiani è quindi temperato da alcune riserve. Che ineriscono non solo a quelle «riforme strutturali» la cui necessità e improcrastinabilità è stata sottolineata dalle parole di Almunia. L'Unione Europea, approvando il rientro del rapporto deficit-Pil al di sotto del 3%, ha espresso, infatti, non pochi dubbi. Ad esempio, riguardo all'elevata spesa sanitaria e a quella per le amministrazioni locali, le quali «potrebbero far crescere il disavanzo» per il prossimo anno. Inoltre, la Commissione Europea si è espressa con «prudenza» anche sulle misure volte a contrastare l'evasione fiscale previste nella Manovra, dubitando, poi, che le stime sulle entrate derivanti dal Tfr inoptato siano realistiche. Invece, il 2006, sempre secondo le stime dell'Ue, si chiuderà con un disavanzo al 4,7% e un debito al 107,2%. Bruxelles ha rivisto al rialzo le stime del prodotto interno lordo: la crescita sarà dell'1,7% nel 2006 e dell'1,4% nel 2007. Tali stime sono più ottimistiche rispetto a quelle contenute nella Finanziaria, che parlano invece, per il 2006 e per il 2007, di una crescita del Pil rispettivamente dell'1,6% e dell'1,3%. Tuttavia, l'Ue si è tenuta ben lontana dalle ultime previsioni rese pubbliche dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dal direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, che ieri ha parlato di un Pil al 2% per l'anno in corso. Incassata la parziale promozione dell'Ue (che però ha ammonito: «La

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