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«Servono scelte bipartisan»

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Ad auspicare un approccio bipartisan a questa materia sono stati i leader di An e Udc, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini ed il presidente del Copaco ed esponente di Forza Italia, Claudio Scajola. Giorni contati, dunque, sulle poltrone dei direttori di Sismi, Sisde e forse anche Cesis. Il premier Prodi, il sottosegretario con delega ai servizi, Enrico Micheli ed i ministri interessati - Giuliano Amato, Arturo Parisi e Massimo D'Alema - si sono visti già due volte a Palazzo Chigi nell'ultima settimana per decidere il da farsi, su tempi del ricambio e sui nomi dei futuri capi dell'intelligence. Non è una partita facile, ma gli ultimi scandali dei dossier di Pio Pompa contro politici dei Ds e magistrati e dello spionaggio fiscale, hanno dato un'ulteriore accelerata. C'è voglia di fare pulizia in apparati ormai da troppo tempo nell'occhio del ciclone, ma non è agevole trovare un accordo sui nomi. Mentre al Sisde sembra in pole position il vicecapo della polizia, Antonio Manganelli, per la poltrona del Sismi non sono state ancora sciolte le riserve; tre sono comunque i nomi che circolano da tempo: il consigliere militare di Parisi, generale (in pensione) Giuseppe Cucchi, il generale Mauro Del Vecchio e l'ammiraglio Bruno Branciforte. E, oltre a trovare la quadra all'interno della maggioranza e degli apparati militari, è prassi che su queste scelte si consulti anche l'opposizione, come ha ricordato Fini. «Il centrodestra lo fece - ha detto - il mio auspicio è che la maggioranza in questo caso tenga conto che i vertici dei nostri servizi devono, e non ho motivo di dubitare il contrario, nelle loro almeno dichiarate intenzioni, essere espressione di grande professionalità, di collegamenti internazionali, di capacità indiscusse e non mancano certo nella pubblica amministrazione e nei vertici delle varie forze armate uomini che possono tranquillamente ricoprire degli incarichi così delicati». Analoga la posizione di Casini. «Si scelgano - ha auspicato - in modo bipartisan i capi dei servizi segreti», in modo che chiunque non li avverta «come avversari ma come servitori dello Stato». «Poi sottolinea che il governo deve individuare «i nuovi responsabili dei Servizi tra galantuomini che ci sono nella polizia di Stato, nei carabinieri e nella guardia di finanza e che come si è fatto nel passato li scelga bipartisan». E anche Scajola ha sottolineato che «le scelte in materia di intelligence e sicurezza, soprattutto nel delicato momento che il mondo sta attraversando, richiedono un profondo senso di responsabilità istituzionale e la più ampia condivisione politica e parlamentare». Questo, ha aggiunto, «vale sia per le nomine dei vertici dei servizi, sia per la riforma dell' intelligence, una riforma che non è assolutamente rinviabile». E proprio sulla riforma - il Governo è intenzionato a presentare un disegno di legge a breve - il Copaco ha in programma di produrre un documento bipartisan sul quale si potrebbero trovare ulteriori convergenze in Parlamento. «Una grande montatura e una manovra di depistaggio». Per Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, non c'è dubbio: «L'argomento di oggi è la grandissima montatura sulla vicenda dello spionaggio che sarebbe stato fatto contro Prodi. Vittime di questa operazione di spionaggio sono Prodi, i figli di Berlusconi e tante altre personalità. Quindi è sempre più evidente che si tratta di una manovra di depistaggio, la sinistra in difficoltà è divisa praticamente su tutto. Vogliono distrarre l'attenzione dalla finanziaria». Secondo Formigoni non è «una manovra contro la sinistra. Quello che è successo dal punto di vista dello spionaggio è inaccettabile, ma non si può presentarlo come un'operazione fatta soltanto contro Prodi».

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