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di PAOLO ZAPPITELLI «SE non si arriverà a una decisione comune sulle regole per i congressi sarà molto ...

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L'ultimatum di Natale D'amico, senatore «ulivista» di Dl, arriva il giorno dopo la riunione della commissione interna del partito sul tesseramento e sulla quale la parte legata a Prodi e il resto della Margherita si sono lasciati su posizioni lontane anni luce. Così il rischio di una scissione, se in tre giorni i «mediatori» non riusciranno a trovare un accordo, diventa un'ipotesi sempre più concreta. Il problema sul quale il partito di Rutelli sta rischiando di esplodere, perdendo pezzi ancora prima di arrivare alla discussione vera e propria sul futuro Partito Democratico, è lo scandalo delle tessere gonfiate esploso dopo la denuncia di «Striscia la notizia». Gli ulivisti, Bordon e Parisi in testa, chiedono che le liste degli iscritti vengano controllate e «bonificate» in modo da convocare i prossimi congressi nel 2007 su una base del partito che abbia numeri reali. Rutelliani, ex Popolari e mariniani nicchiano. E su queste due posizioni lunedì sera c'è stato l'ennesimo confronto senza accordo. «Siamo talmente lontani che è stato addirittura impossibile litigare» sintetizza con una battuta Luca Nitiffi, uno dei tre membri prodiani della commissione, insieme a Natale D'Amico e Pierluigi Mantini, mentre gli altri tre — Italo Tanoni, Rino Piscitello e Salvatore Ladu — raggruppano le altre correnti. Il nodo sta tutto nel numero di iscritti che le due «fazioni» vogliono prendere in considerazione per andare al congresso. I rutelliani vogliono che si parta dai 460 mila iscritti del tesseramento 2005, un numero probabilmente gonfiato come hanno dimostrato le denunce di persone che non hanno mai richiesto la tessera della Margherita. Gli ulivisti invece, per evitare che al congresso ci siano delegati che hanno una «forza» che esiste solo sulla carta, chiedono che venga fatta una verifica. Come? Inviando a tutti una lettera nella quale si chiede di mandare un documento che serve a richiedere l'iscrizione al tesseramento 2006. «Ci hanno risposto che è una procedura troppo lunga — spiega Luca Nitiffi — i congressi vanno convocati a primavera del 2007. Ma a noi sembra l'unica strada che si può percorrere». Così le posizioni sono rimaste distanti e la commissione si è divisa esattamente a metà: 3 da una parte e 3 dall'altra. Un rapporto che non è assolutamente quello che ci sarà invece alla direzione di venerdì, dove gli ulivisti rappresentano il 20 per cento del partito. «Io però spero che la maggioranza provi a cercare un accordo — spiega ancora Natale D'Amico — In un partito si possono decidere molte cose a maggioranza, ad esempio la linea politica, ma non certo le regole per andare a un congresso. Altrimenti vuol dire che non c'è garanzia». Per il momento Rutelli ha preferito non intervenire nella polemica. E così ha fatto il coordinatore del partito, Antonello Soro, anche lui presente alla riunione di lunedì sera insieme a Oliverio Nicodemo, responsabile organizzativo di Dl. Ma la guerra delle tessere può portare veramente la Margherita alla scissione. Anche perché tra i prodiani cresce il malumore e la diffidenza su come il resto del partito pensa di costruire il futuro partito Democratico. Willer Bordon ha detto più volte che dovrà essere una «cosa» nuova, nella quale si sciolgano tutti i partiti che partecipano. Ipotesi che lascia invece molte perplessità nel resto della Margherita, specialmente tra gli ex Popolari. I quali vedrebbero più volentieri un Federazione che lasci intatti i due partiti maggiori.

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