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I LAVORATORI dovranno decidere entro la fine di giugno cosa fare della propria liquidazione, a quale ...

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In assenza di una decisione entro quella data infatti - secondo l'accordo raggiunto a palazzo Chigi tra Governo, sindacati e Confindustria - il Tfr maturando, sulla base del principio del silenzio assenso, andrà direttamente al fondo pensione di categoria dello stesso lavoratore. L'accordo è stato commentato con soddisfazione dal presidente del Consiglio Romano Prodi come «un'altra tappa verso il percorso della concertazione e del dialogo verso una legge Finanziaria al passo con le esigenze di un Paese che deve ripartire». Accordo «storico» che «chiude un problema aperto da dieci anni», secondo il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, mentre il ministro del Lavoro Cesare Damiano si dice soddisfatto per l'intesa. L'intesa di massima raggiunta per l'anticipo al 2007 sulle norme per il decollo della previdenza integrativa dovrebbe essere formalizzato lunedì. L'accordo prevede anche una soglia di 50 dipendenti per il trasferimento del Tfr «inoptato» (la liquidazione maturanda che si sceglie di lasciare in azienda). Sotto i cinquanta dipendenti le imprese saranno escluse dall'obbligo di trasferire il Tfr maturando inoptato all'Inps, mentre sopra questa soglia dovranno trasferire l'intero importo. Questa parte dell'intesa sarà rivista dal governo nel 2008. I sindacati hanno apprezzato l'intesa, mentre la Confindustria ha chiesto rassicurazioni sia sulla transitorietà della norma che prevede il trasferimento del Tfr all'Inps sia sulle compensazioni alle imprese che dovranno rinunciare a questa forma di autofinanziamento. Il direttore generale dell'associazione, Maurizio Beretta, ha chiesto in particolare le stesse compensazioni (anche contestuali) per le imprese che versano il Tfr ai fondi e per quelle che lo trasferiscono all'Inps. La platea delle imprese che saranno obbligate a versare il Tfr all'Inps è comunque esigua: quelle che hanno più di 50 dipendenti infatti sono appena 23.000 a fronte di oltre 3,7 milioni che hanno un numero inferiore di addetti. I sindacati in particolare sono soddisfatti per l'anticipo al 2007 del decollo della previdenza integrativa e per le rassicurazioni sul versamento del Tfr del lavoratore «silente» (silenzio assenso) al fondo pensione di categoria. A fine 2005 gli iscritti ai fondi pensione negoziali erano poco più di 1.155.000 su oltre tre milioni di iscritti a forme di previdenza complementare nel complesso. Cgil, Cisl e Uil hanno anche chiesto al Governo che la tassazione dei rendimenti dei fondi «sia azzerata», in linea con quanto accade negli altri Paesi europei, o comunque ridotta di molto rispetto all'11% previsto adesso. Soddisfatta per la parte dell'intesa che esclude dal trasferimento forzoso del Tfr inoptato all'Inps le imprese con meno di 50 dipendenti la Confesercenti, mentre Confcommercio giudica l'accordo «squilibrato».

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