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Richiamo del premier ai partiti «Il nuovo soggetto non va imposto»

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Il premier, in visita a un gazebo bolognese dell'Ulivo per il Pd sottolinea l'«entusiasmo» della gente intorno al nuovo soggetto unico e il richiamo dei cittadini all'unità «di cui dobbiamo tenere conto». I partiti però hanno il loro bel daffare con le divisioni interne sul processo costituente della nuova formazione sulla quale, anche se non c'è stata ancora una convocazione ufficiale, di fatto è aperta la fase congressuale. Continuano infatti i malumori nella sinistra, alla quale ieri è tornato ad appellarsi il presidente del partito, Massimo D'Alema («se nascendo il partito perderà una componente sarà un impoverimento»). Mentre in casa Dl fa sempre discutere il dibattito avviato dai «Teodem» di Bobba, Binetti e Carra. Prodi, che festeggia le primarie sotto le due Torri parla dell'importanza delle «esperienze locali». «Ogni città in questa fase ancora di lavoro e di dialogo — continua — ha il dovere di sperimentare quello che ritiene più opportuno». Anche se la formula bolognese «è molto interessante, però non toglie che in altri posti non ne possano nascere altri». «Il Partito Democratico — osserva — non deve mica nascere con regole dittatoriali dall'alto, ha bisogno di esperimenti, fermento». I passaggi, osserva il premier «li abbiamo già definiti a Orvieto». Riferendosi poi ai simboli dell'Ulivo e del futuro Partito Democratico Prodi ha spiegato che «le percezioni sono ancora di simboli distinti ma il significato politico è lo stesso». E a chi gli faceva notare un sondaggio pubblicato dal quotidiano «La Repubblica» che sottolineava come gli elettori del centrosinistra siano per il Partito democratico ma siano anche affezionati al simbolo dell'Ulivo, Prodi ha risposto chiedendo: «perché, sono incompatibili le due cose? Non mi sembra». «Ho letto con molto interesse il sondaggio — ha proseguito — È chiaro, l'Ulivo è evocativo anche di una serie di vittorie, di successi. Soprattutto è evocativo di sentirsi uniti insieme. È la stessa cosa che vuol fare il Partito democratico». Nel pomeriggio Romano Prodi ha alzato il calice per festeggiare le primarie dello scorso anno anche nella sua città, Reggio Emilia, dove è arrivato da Bologna dopo le 18. Ad attenderlo in piazza esponenti dei Ds, della Margherita, di Donne dell'Ulivo di Reggio, Cittadini per l'Ulivo e Movimento per l'Ulivo. Prodi ha brindato al progetto del Partito democratico dopo aver stretto in un affettuoso abbraccio il sindaco di Reggio Graziano Delrio (Margherita). «Abbiamo creato le basi per il progetto del Partito democratico - ha affermato il premier - Adesso bisogna lavorare e soprattutto non bisogna abbandonare la considerazione che questo partito nasce solo se c'è una grande spinta. Il nostro partito ha bisogno di tanta gente e dell'appoggio dei partiti. Adesso portiamo avanti tutti i nostri sforzi in questa prospettiva». Per la Quercia parla poi il coordinatore Maurizio Migliavacca che sottolinea che quella della Sinistra Europea (che oggi attacca «l'instabilità dell'Unione viene dal Pd») non è una soluzione alternativa al nuovo soggetto. «Non è vero — è la replica di Carlo Leoni del Correntone — quanto sostenuto da Migliavacca. Noi proponiamo un percorso alternativo a quello dello scioglimento nel Pd, proponiamo che i Ds continuino a vivere e si rinnovino profondamente. Davanti alla Quercia non c'è solo la possibilità di fondersi con la Margherita». Margherita all'interno della quale non si sono placate le tensioni dovute al caso dei tesseramenti e alla questione della nascita di possibili correnti interne a partire dai «Teodem» che ieri hanno chiuso il loro convegno.

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