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Rifondazione e Verdi pronti ad accogliere i dissidenti dei Ds

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Gli scontenti del Partito democratico, l'area diessina che fa capo a Cesare Salvi e Fabio Mussi, potrebbero trovare una nuova casa spostando il proprio baricentro verso l'estrema sinistra, dove, parallelamente alla fusione tra Ds e Dl, prende corpo l'idea di un nuovo soggetto politico unitario. Un nuovo spazio, spiega il presidente della commissione Cultura della Camera Pietro Folena, «che unisca forze con una visione del mondo, della democrazia, della libertà e della non violenza», verso il quale le sinistre Ds «stanno già compiendo alcuni passi». Quindi, dice Folena, che nel 2005 ha abbandonato i Ds per approdare nel progetto Prc-Sinistra europea, «se il Correntone si muoverà in quella direzione, dopo una separazione consensuale con la Quercia, non sarà difficile riconoscersi nel progetto Uniti a sinistra. Uno spazio politico non distante dalla direzione presa da Salvi e Mussi». Insomma, i presupposti per creare insieme ai «ribelli» Ds una «grande forza di sinistra molto moderna, molto poco burocratizzata, vicina alle giovani generazioni» ci sono. Ma, precisa Folena, «non si parla di una casa nella quale entrare, ma di aprire le porte per la costruzione comune di qualcosa di nuovo. I cui tempi e modi possono essere definiti in corso d'opera. Un cantiere aperto, ma del quale non si sa ancora il progetto finale». La necessità che si dia il via a un processo unitario a sinistra del Partito democratico è condivisa dai Verdi. Il sottosegretario all'Economia Paolo Cento, ammette: «Non c'è dubbio che rispetto a soggetti che fuoriescono dal progetto del Pd bisognerà pensare a come aggregarli». Un'opinione condivisa dal suo compagno di partito, il deputato Stefano Boco: «Le porte dei Verdi sono aperte, spalancate», spiega. A dar voce ai Comunisti italiani ci pensa il capogruppo alla Camera Pino Sgobio: «Noi vogliamo che eventuali ribelli rimangano nei Ds. Ma nei Ds, non nel Partito democratico». Per poi ribadire come «nel caso in cui si stacchino aree della Quercia, noi tenteremo comunque di mettere in condizione la sinistra di essere tutta unita». Insomma la preoccupazione è quella di costruire una casa diversa da quella del Pd, abbastanza «confortevole» per accogliere chi si riconosce storicamente nella sinistra. Uno spazio dal quale, conclude Sgobio, «naturalmente resterebbe fuori la Margherita».

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