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Il Governo prepara la trattativa, ma non sa che fare

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Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa Schioppa accoglie la richiesta di un incontro per valutare insieme i contenuti della Finanziaria, ma avverte che ci sono vincoli e strettoie di cui tutti devono farsi carico. La proteste dei sindaci dimostrano che «non è una finanziaria di parte», ma «in Italia non è solo un problema di parti politiche», ha detto Padoa-Schioppa, intervistato da Bruno Vespa per «Porta a porta» in onda ieri sera. «I comuni - spiega il ministro - hanno un contributo importante da dare a questo risanamento, non proporzionalmente maggiore rispetto a quello di regioni e province, ma i sindaci lamentano questo peso. Il fatto che abbiamo introdotto delle leve fiscali che prima non c'erano, non significa che saranno obbligati a razionarle. Potranno essi stessi - sottolinea - fare operazioni di efficienza per recuperare le spese». I Comuni lamentano i tagli della Finanziaria. Complessivamente si tratta di 4,3 miliardi in meno per Regioni, Province e Comuni. Più della metà, 2.872 milioni, graverà sui bilanci dei sindaci. Sull'ipotesi di dare più soldi ai comuni, Padoa-Schioppa replica: «Ogni proposta deve avere un'adeguata copertura finanziaria. Un tavolo di discussione è utile. È un punto importante per colmare alcune lacune di informazione reciproca. Se ci sono situazioni da correggere, cercheremo insieme il modo di farlo. Certo, siamo ormai vincolati a una regola di copertura». «La Finanziaria - insiste il ministro - resta con quei saldi. Il Parlamento può fare molte cose, ma ormai da molti anni la procedura di bilancio non cambia e non si possono modificare i saldi». Un ruolo di coordinamento nel nuovo tavolo di confronto sarà affidato al ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Vannino Chiti. A Comuni e Regioni è stato concesso di avere mano libera per introdurre nuovi tributi locali. In questo modo i guadagni per le famiglie promessi dal Governo rischiano di scomparire. Primo rischio è sull'Irpef dove la soglia massima dell'addizionale passa dallo 0,5 allo 0,8%. Minacce anche sul fronte della casa: i Comuni potranno finanziare in parte le opere pubbliche con una tassa di scopo (finanzierà infrastrutture urbane come strade, giardini, parcheggi) che graverà direttamente sull'Ici, per una misura massima dello 0,5 per mille. Sempre sulla casa grava la polizza obbligatoria anti-calamità e in prospettiva la revisione degli estimi catastali con la graduale devoluzione ai Comuni che è prevista, a prescindere dalla Finanziaria, a partire dal 2007. Mini-stangata anche per i turisti: rispunta infatti l'antica tassa di soggiorno che potrà essere applicata, sempre a discrezione dei Comuni, per fare delle migliorie soprattutto nei centri storici. Una tassa che potrà arrivare fino a cinque euro a notte e che sarà applicata a tutti i non residenti che alloggeranno in alberghi, agri-turismi e anche nei campeggi. Ma i sindaci non ci stanno a fare la parte dei vessatori. Per questo, tra le altre richieste al Governo, i Comuni chiedono di prendere in esame le proposte in merito alla metodologia di ripartizione interna degli oneri all'interno dei singoli comparti, al tema delle entrate in modo specifico per quel che riguarda compartecipazione e catasto.

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