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Berlusconi: «Apriamo una trattativa con chi non condivide la Manovra nella maggioranza»

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E riceve a Palazzo Grazioli il segretario dei centristi, Lorenzo Cesa. Un primo incontro, dopo i continui battibecchi che hanno animato l'estate nella Casa delle Libertà, che però si conclude con un nulla di fatto. Ieri pomeriggio nell'ufficio-residenza del Cavaliere a Roma si è appalesato Cesa. Ufficialmente l'incontro era stato convocato per risolvere la questione Molise, la regione dove si voterà il 5 novembre prossimo. Il partito di via Due Macelli invoca il loro candidato e minaccia di andare da soli se non ci sarà un accordo. Il resto del centrodestra vorrebbe rinconfermare l'attuale presidente Iorio. «Siamo al punto di prima e non è un buon punto. Penso che correremo da soli in Molise», dice Cesa lasciando Palazzo Grazioli. Berlusconi, sul caso Molise, ha replicato al segretario centrista durante la festa per i 50 anni di Maurizio Gasparri (An). «Dobbiamo trovare un accordo - ha detto il Cavaliere - Andare divisi sarebbe un suicidio». A una signora che gli chiedeva quando la Cdl sarà pronta a scendere in piazza contro il governo, il leader azzurro ha risposto: «Non chiedetelo a me, dovete chiederlo a Casini». Cesa e Berlusconi si rivedranno anche nella giornata di oggi. Insomma, il Cavaliere vuole ricomporre i pezzi della sua maggioranza. Ma allo stesso tempo rilancia l'azione della sua coalizione. E nella cena dei deputati di Forza Italia dell'altra sera ha suonato la carica: «Oggi ci ritroviamo improvvisamente sospinti nel passato: le riforme vengono gradualmente smantellate e cancellate e si impone nuovamente una ideologia che nega la realtà e pretende di livellare, di uniformare e di controllare la società attraverso il primato dello Stato e dei partiti». Quindi ha dettato la linea: «Dobbiamo fare un'opposizione ferma e inflessibile, con la consapevolezza di rappresentare più della metà del Paese, la maggioranza reale del Paese, e quindi cercando di tutelare e difendere in Parlamento gli interessi che rappresentiamo, che sono gli interessi dell'Italia che lavora: lavoratori dipendenti, liberi professionisti, piccole e medie imprese, commercianti, artigiani». Berlusconi vuole aprire una trattativa con settori della maggioranza, con i delusi dell'Ulivo che sono pronti a smontare la Manovra: «Dobbiamo mettere a punto una serie di proposte da parte di tutta l'opposizione da presentare nel corso della Finanziaria, rivolgendoci anche ai parlamentari e ai partiti della maggioranza che sono consapevoli come noi dell'inadeguatezza di questa Finanziaria e della mancanza di scelte necessarie per il futuro dell'Italia». Il Cavaliere non vuole rinunciare alla piazza. Piuttosto non vuole alzare troppo il tiro perché ormai ha ben chiaro che l'unico vero collante del centrosinistra è proprio lui. Più l'Unione vede riaffiorare Berlusconi, più resta unita. E questo è anche il motivo per il quale il leader della Cdl preferisce mantenere un profilo basso, di inabissamento e «colpire come un sommergibile nel momento più inaspettato», come spiega uno dei vertici di Forza Italia. La tattica in questa fase per il Cav è far crescere la protesta delle categorie e sostenerle «fino a preparare il terreno e il clima di una grande manifestazione democratica che sostenga la nostra battaglia parlamentare», come ha detto l'altra sera. Parole che sono state anche fraintese da qualche deputato di Forza Italia, che ha letto nel ragionamento del Cavaliere una sorta di poca convinzione della grande protesta popolare. Non è così, Berlusconi ci sta già lavorando.

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