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Movimento per la vita in allarme

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Il teologo monsignor Bruno Forte, vescovo di Chieti spiega perchè per la Chiesa l'eutanasia non è ammissibile. «La libertà della persona non è mai identificabile con la possibilità o la volontà di disporre arbitrariamente di tutto. Ci sono dei valori assoluti a cui chiunque, credente o non credente, è chiamato ad attenersi» aggiunte il prelato che precisa: «come vale per tutti il principio non uccidere, nei confronti della vita altrui, vale anche nei confronti della propria vita perchè quella vita è il valore assoluto su cui la convivenza umana si costruisce come una convivenza civile, capace di costruire legami autentici. Compromettere questo principio, anche per chi non crede, significa minare alla base il valore e la convivenza umana». Sul tema dell'eutanasia «non c'è nulla di peggio dell'avviare dibattiti sotto l'effetto di un'onda emotiva». A dirlo è Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, che spiega: «Non è una questione religiosa. Ancora una volta è in gioco la ragione». «Sarebbe folle - continua Casini - arrivare in Parlamento avendo negli occhi le immagini di Piergiorgio Welby che le televisioni hanno profuso in questi giorni. La presentazione di un caso particolarmente coinvolgente e capace di commuovere l'opinione pubblica è un metodo di azione Radicale ben noto e ripetutamente sperimentato in cui è presente una venatura di violenza perchè intende cancellare con il fascino dell'emozione la lucidità della ragione». «Un dibattito serio e costruttivo - aggiunge inoltre - che consideriamo senz'altro utile, non può non prendere le mosse dal lavoro fatto dal Comitato nazionale di bioetica che più volte si è pronunciato in materia di eutanasia attiva e passiva».

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