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FIUGGI (FROSINONE) — È il nuovo strappo di Casini con la Cdl.

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E gli fissa un obiettivo preciso per le europee del 2009, il 15% dei voti. Dal palco della festa di Fiuggi, il leader centrista galvanizza i suoi: «Dobbiamo recuperare un rapporto con chi ci ha lasciato, tenere tutti dentro. Siamo l'unica vera novità sulla scena politica italiana, facciamola conoscere». E spiega che una nuova prospettiva per i centristi si aprirà quando vedrà la luce il Partito democratico: «Pensate che tutti quelli della Margherita, che tutti i cattolici ci andranno? Si aprirà per noi un mercato elettorale e per questo dobbiamo costruire una casa più ampia. Non dobbiamo correre dietro a nessuno, sono gli altri che devono correre dietro a noi». L'Udc resta nel centrodestra, ma con grandi ambizioni, dice Casini che, per spiegare come intende i rapporti nella Cdl, parla dalle prossime elezioni regionali, che si terranno in Molise a novembre: «Elezioni nuove, vita nuova. Oggi non esiste più un vincolo di maggioranza». E avverte Forza Italia e An: «Vogliamo realizzare un'alleanza di centrodestra e questo vuol dire sedersi al tavolo e condividere un programma. Privilegiamo l'unità, ma ognuno deve avere pari dignità. Se questa non viene rispettata, siamo pronti ad andare da soli». Il leader dell'Udc torna a respingere le accuse di tradimento rivolte al suo partito: «Non siamo noi gli opportunisti, noi siamo gente seria. Conosco Berlusconi da quando, ai tempi di Forlani, andavo da lui per lamentarmi che le sue televisioni erano troppo socialiste. Lui quindi non può pensare che io sia un opportunista, la mia carta di identità parla da sola. Berlusconi ha ragione quando dice che il nostro popolo vuole unità, ma noi dobbiamo riconoscere che nel centrodestra ci sono delle impostazioni diverse. Non accetteremo di doverci giustificare perchè questo partito è stato messo da qualche cialtrone sul banco degli imputati. Non mi riferisco ai capi, ma a quella gente che parla senza pensare». Casini ribadisce quindi la sua idea sul modo più efficace di fare opposizione: «Noi non saremo morbidi nei confronti del governo, saremo durissimi su quello di cui siamo convinti. Ma se una cosa è giusta non ci sarà campagna intimidatoria nei miei confronti in grado di farmi cambiare idea. Anzi, più mi intimidiscono più sarò duro». E, bisogna smetterla, scandisce Casini, con la «disputa sull'eredità della leadership del centrodestra: è una cosa ridicola, da asilo». Non esiste un problema di leadership, insiste, e cita Sarkozy: l'eredità la si prende con le cicatrici. «Non aspetto che qualcuno mi batta la spada sulla testa e mi dica sei l'erede». Questioni interne. Casini definisce Marco Follini come «una risorsa nel partito». «C'è una parte di amici come Follini che dicono che oggi in Italia abbiamo quattro fasce politico-elettorali: sinistra radicale, centrosinistra moderato, centro moderato, che sono anche Forza Italia o An, ed una destra populista. L'ideale oggi sarebbe aggregare il centro moderato e la sinistra moderata. Quando Follini fece questo discorso a Telese gli risposero con un vieni con noi. Questa risposta - dice Casini - è un insulto alla nostra tradizione politica. Quando un uomo politico dice facciamo una casa nuova, non gli si risponde offrendogli uno strapuntino in casa nostra». Per la posizione dell'ex segretario, dunque, c'è «piena legittimità» nel partito: «Certamente - sottolinea Casini - non possiamo accettare l'idea che qualcuno possa pensare di liquidare l'Udc con la logica dell'aggiungi un posto a tavola».

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