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Nominati Riotta al Tg1 e Braccialarghe alle Risorse Umane

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Dentro Gianni Riotta e Maurizio Braccialarghe al posto di Clemente J. Mimun e Gianfranco Comanducci, entrambi di area Forza Italia. Scacco matto del Professore in sole due mosse. La prima per rifilare un'altra spallata a Berlusconi - negli ultimi tempi sceso in campo più per difendere i suoi uomini Rai che per opporsi alla Finanziaria - e la seconda come prova di forza nei confronti del Parlamento e dei due presidenti di Camera e Senato, che proprio allo scopo di rendere più soffuse le luci proiettate su viale Mazzini avevano convocato per domani la commissione di Vigilanza, mandando segnali distensivi a tutte le forze politiche. «Delle nomine è giusto che se ne discuta anche con la nuova Vigilanza» aveva detto Bertinotti solo poche ore fa. Ma Prodi ci è passato sopra come un treno. Le due nomine che voleva le ha ottenute: Gianni Riotta - stimato professionista, vicedirettore del Corriere - accontenta tutti i poteri forti (da Bazoli a Profumo, da De Benedetti a Mieli) e Maurizio Braccialarghe, ex dg della Sipra, ex Cisl e Ferrovie dello Stato. Per gli altri nuovi incarichi si può aspettare. Prima la nuova Vigilanza, poi l'audizione di Petruccioli davanti al neo presidente della commissione (Landolfi favorito), infine il grande ballo delle trattative. La svolta — Che il cda fosse costretto ad approvare le due nomine di Prodi lo si è capito quando il ministro delle Comunicazioni Gentiloni, al termine della fumata nera di martedì sera, ha chiamato in causa il ministro Padoa Schioppa sul ruolo ambiguo di Petroni, facendo intuire che il governo avrebbe forzato la mano. E dopo le prime resistenze il terreno è diventato fertile quando i consiglieri hanno capito che intorno a loro aleggiava lo spettro del rimpasto. Anche se al termine delle cinque ore il cda ha dichiarato di aver agito in autonomia. Tuttavia non va dimenticato che più della metà dei consiglieri non hanno più il seggio in Parlamento (sacrificato alla poltrona Rai). Rognoni, Urbani e lo stesso presidente Petruccioli in primis. La votazione — Riotta e Braccialarghe sono stati nominati con 8 voti a favore e 1 contro. A bocciare Riotta è stata la leghista Bianchi Clerici, furiosa come tutti i padani per la perdita annunciata dell'unica poltrona a disposizione del partito di Bossi: quella della direzione di RaiDue attualmente affidata ad Antonio Marano, ma che prossimamente sarà ceduta a un esponente di Forza Italia (o di An se agli azzurri dovesse toccare il Tg2). L'unico voto contro Braccialarghe è stato dato dal consigliere di Forza Italia, Angelo Maria Petroni, l'uomo dell'azionista Tesoro. La terza nomina della giornata ha invece strappato l'unanimità. Si tratta del berlusconiano Gianfranco Comanducci che lascia "Risorse Uname" (il controllo del personale) per prendere la direzione di Servizi e Acquisti (la gestione del patrimonio immobiliare e delle sedi, ma anche della mensa e delle pulizie). Con lui due vice direttori: Francesco Forleo (Margherita) e Marco Brancadoro (Udc). Mimun — L'ex direttore del Tg1 per il momento resta a disposizione del dg, in attesa di sciogliere la riserva sul nuovo incarico. Gli è stata offerta una direzione tra Tribune-Servizi Parlamentari o RaiSport. Ma non è escluso che per una strana partita di giro a Mimun possano offrire la direzione di RaiDue al posto di Marano, in pratica la responsabilità dei palinsesti della rete che resterà alla Cdl. Tuttavia è possibile che l'ex direttore del Tg1, che ha riportato il telegiornale della rete ammiraglia ai massimi splendori, possa ritrovarsi dall'altra parte della barricata, a Mediaset. Magari alla guida di Canale 5 o del Tg5. O chissà in quale nuova avventura del Biscione. Ds a secco - Dopo Riotta al Tg1 e Braccialarghe al personale Prodi dovrebbe sistemare altri due fedelissimi: Minoli a RaiTre e Badaloni a RaiNews 24. Alla Margherita, dopo il dg Cappon, dovrebbe andare la direzione di RaiUno (Paolo Ruffini). Alla Cdl la seconda ret

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