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di GIANCARLA RONDINELLI «DIMISSIONI? Ma di chi?», risponde piccata il ministro della Salute, Livia Turco, ...

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Una giornata di fuoco quella di ieri per la titolare della Salute visto che per tutto il giorno il centrodestra l'ha processata invitandola a dimettersi per la «figuraccia» fatta sul caso Cognetti. Il punto di partenza: la decisione del Consiglio di Stato (Cds), secondo cui Francesco Cognetti ha ragione: la sua sostituzione al vertice dell'Istituto Regina Elena di Roma, decisa dal ministro della Salute Livia Turco lo scorso agosto, è stata sospesa. L'oncologo di fama internazionale, infatti, era stato sostituito dal ministro Turco con l'epidemiologa Paola Muti. La motivazione fornita e diffusa nell'ordinanza del Cds è che «il sistema dello lo spoil system non è applicabile al Direttore scientifico di un Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico (Irccs)». Quindi nulla di fatto: Cognetti torna con grande soddisfazione al suo posto. La reazione del ministro Turco alla decisione del Cds è stata da subito composta. Dopo aver letto attentamente le carte ha detto di essere assolutamente d'accordo con il principio della sentenza. «Anzi - ha commentato -, paradossalmente potrei dire che ne ho addirittura anticipato i contenuti con il mio provvedimento (approvato dal consiglio dei ministri dell'8 settembre) che non ha precedenti e che autolimita le decisioni di un ministro sulle nomine». Il ministro della Salute ha ribadito, inoltre, di non voler «dire nulla né sul merito né sulle conseguenze che verranno adottate assieme alle Regioni. Sono ancora in fase di studio degli atti». Intanto il centrodestra continua a chiedere le dimissioni del ministro. Sulla vicenda, che già nel corso dell'estate aveva generato un'intensa polemica trasversale, coinvolgendo esponenti di destra e di sinistra, scientifici e non, è subito intervenuto l'ex ministro della Salute Francesco Storace. «Il caso Cognetti si è chiuso, ma si apre il caso Turco - ha detto il senatore di An -. Dopo la figuraccia di fronte al Paese e al Consiglio di Stato, il ministro si deve dimettere». Con tono un po' più pacato ma sempre di critica nei confronti del ministro, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa che ha sottolineato come, proprio alla luce della decisione del Cds, il ministro dovrebbe trarre le dovute conclusioni. «Il metodo adottato dal ministro Turco - ha detto -, ha già provocato guasti rilevanti nella sanità regionale, dove, in modo selvaggio ed indiscriminato, sono stati rimossi direttori generali della Asl e delle aziende ospedaliere, colpevoli solo di essere stati nominati da giunte di centrodestra». La maggioranza, dal canto suo, non «volendo proferire commento» sull'operato della magistratura, si è stretta però intorno a Livia Turco, sottolineando soprattutto la «non necessità», da parte della Cdl, di strumentalizzare la vicenda e descrivendo l'invito fatto dall'opposizione al ministro Turco di dimettersi, assurdo. «Rispettiamo la decisione del Consiglio di Stato - ha detto il capogruppo dell'Ulivo al Senato Angela Finocchiaro -, ma nulla può mettere in discussione le competenze e le capacità di Livia Turco nello svolgere l'importante ruolo di ministro della Salute. Trovo perciò davvero inaccettabili le sguaiate dichiarazioni fatte da autorevoli esponenti della Casa delle Libertà».

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