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Amici ritrovati

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Successe in occasione del Consiglio Nazionale dell'Udc convocato per fare il punto sul dopo elezioni e quelle parole avevano un destinatario ben preciso: Marco Follini. Fu allora che tra Pier e Marco, dopo le numerose battaglie combattute insieme, cominciò a scendere il gelo. Da allora, infatti, Follini non ha perso occasione per attaccare l'ex presidente della Camera colpevole, secondo lui, di una «gestione furbesca e settaria dell'Udc». Tutto questo fino agli ultimi giorni. È infatti bastata l'intervista di Casini domenica al Corriere della Sera per riportare un po' di sereno. Il punto di contatto è un vecchio tormentone dell'ex segretario dell'Udc: l'idea di una grande coalizione, o meglio, di un «accordo politico per il Paese» senza veti su Prodi. Follini, infatti, ha sempre sostenuto di essere a favore di un governo dalle larghe intese. Casini (secondo l'interpretazione della maggioranza) lo ha fatto domenica invitando il Presidente del Consiglio a guardare più al'eseperienza tedesca di Angela Merkel che a quella francese di Jacques Chirac. Una timida apertura che non ha lasciato indifferente Follini che, pur non commentando direttamente le parole di Casini, ha affidato a Paolo Messa suo portavoce in passato e oggi curatore di Formiche (rivista che fa riferimento all'ex segretario dell'Udc) l'onere di farlo. «Più che alla fase Merkel sono interessato all'agenda Merkel» è stato il commento di Messe. «Il problema si porrà in autunno quando entreremo - ha aggiunto - nel merito delle larghe intese e occorrerà fare scelte impopolari, a quel punto si vedrà quanti ci staranno e quanti si tireranno indietro. Insomma, penso che le difficoltà siano superiori alle buone intenzioni». Intanto, con la presa di posizione di domenica «Casini ha superato la linea arretrata del partito secondo la quale uno scenario di grande coalizione avrebbe escluso Prodi». Certo, ha continuato Messa, «finché il dibattito si gioca sul rapporto organizzativo tra maggioranza e opposizione, saranno delusi tutti gli elettori sia del centrodestra sia del centrosinistra. Ma la vera sfida è proprio questa: cominciare a rompere il tabù; prendere, se necessario, anche scelte poco popolari». E procedere - ha insistito - a stendere «un'agenda Merkel» per andare oltre il concetto di «fase nuova» lanciato da Casini. Non è un caso che Formiche, nel suo prossimo numero in uscita a settembre, affronterà proprio questo argomento. Nel frattempo, in attesa di sapere come andrà avanti il tormentone della larghe intese, il dato resta: Pier e Marco, da oggi, sono un po' più vicini.

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