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Casini apre all'Unione Il Professore lo stronca: «Un tormentone estivo»

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L'ex presidente della Camera e leader dell'Udc ieri ha rilanciato, dalle pagine del Corriere della Sera, la sua idea di una «fase nuova» nel dialogo tra maggioranza e opposizione. «Serve - ha detto - un accordo per il Paese senza veti su Prodi». Casini ha anche delineato le caratteristiche di questo accordo che non sarà «un'inciucio» ma che avrà come obiettivo la riforma del Titolo V della Costituzione con particolare attenzione al federalismo fiscale e «un'eventuale modifica» alla legge elettorale. Oltre a proseguire lungo la «strada della modernizzazione» del Paese. E sul Professore ha aggiunto: «Potremmo mai accettare noi del centrodestra una pregiudiziale su Berlusconi? Allo stesso modo non si possono avanzare veti e pregiudiziali su Prodi». Parole che non hanno fatto breccia nel cuore del premie che, ancora una volta, ha rinviato al mittente l'invito bollandolo come il più classico dei «tormentoni estivi». «Ci sarà tanto tempo - è stato il suo commento - per parlare di schemi e di queste cose, tutto agosto». Insomma il tema di una possibile convergenza tra maggioranza e opposizione su alcuni temi di interesse nazionale non sembra appassionare particolarmente il Presidente del Consiglio che, sempre più convinto della compattezza della sua maggioranza, prosegue per la sua strada. A nulla valgono i convinti applausi che Casini ha raccolto nel centrosinistra (soprattutto dagli ex Ppi della Margherita e da parte dei Ds) Prodi ha tutta intenzione di tenere fede al patto di ferro stretto con la sinistra radicale che, non a caso, ha attaccato il leader dell'Udc e la sua apertura definendola una «polpetta avvelenata». Il discorso in fondo è sempre lo stesso. Nell'Unione sembrano esserci due linee. Una, quella sostenuta dal presidente del Senato Franco Marini, dai dalemiani della Quercia e dagli ex Ppi della Margherita che non vuole continuare sulla strada del muro contro muro e, anche per superare le difficoltà della maggioranza a Palazzo Madama, cerca il dialogo e il confronto con la Cdl. L'altra, sostenuta da Prodi, dal presidente della Camera Bertinotti e dalla sinistra radicale, che esalta l'autosufficienza dell'Unione e, semmai, pensa ad acquistare qualche deputato qua e là per uscire dalle sabbie mobili. Anche ieri, come era già accaduto il giorno precedente con lo «scontro istituzionale» Marini-Bertinotti, le due fazioni hanno messo in campo le loro argomentazioni. «Apprezzo le parole di Casini, perché dimostrano un atteggiamento responsabile» è stato il commento del vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti (Dl) che, non a caso, è stato il primo a lanciare la proposta di cercare un punti in comune tra Cdl e Unione su alcuni temi di interesse nazionale. E anche il collega di partito Renzo Lusetti è d'accordo con lui: «Nelle parole di Casini, leggo un'apertura significativa al governo Prodi e a tutta la maggioranza di centrosinistra. Un'operazione responsabile che non prevede nessun inciucio ma che invece apre al dialogo su grandi temi». Della stessa opinione il dalemiano Giuseppe Caldarola. «Non credo - è stato il suo commento - che sia la classica intervista estiva. Anzi, vedo grandi novità all'interno dell'opposizione. Aveva detto già delle cose Fini su un possibile confronto sulla Finanziaria, lo stesso Berlusconi ipotizzava un dialogo, ma con Casini siamo molto più avanti. Lui non parla di elezioni anticipate e, soprattutto, non mette in discussione la leadership di Romano Prodi». Chi non condivide questa lettura è soprattuto la sinistra radicale. E se per l'europarlamentare del Pdci Marco Rizzo «I centristi sono disposti a tutto, anche a scardinare il bipolarismo, pur di stare al governo», il sottosegretario all'Economia Paolo Cento è stato ancora più netto. «La proposta di Casini - ha detto -, che sembra aprire un confronto senza pregiudiziali con Prodi per un'intesa sul completamento delle riforme istituzionali, è una polpetta avvelenata». Insomma, dopo le aperture al dialogo di Fini e Berlusconi, d

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