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Ok a Prodi, al via il mercato dei senatori

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Insomm,a ribadisce la linea dettata da Romano Prodi, il quale non vuole aprire un confronto con l'opposizione. Preferisce invece andare avanti sulla sua strada e attendere che settori dell'opposzione. E Bertinotti insiste su questo percorso, spiegando che bisogna collaborare con «le forze interessanti» presenti nello schieramento rivale e che queste stesse forze devono essere benvenute se vogliono unirsi al centrosinistra. «Io penso che questa maggioranza e questo governo - sottolinea l'ex segretario di Rifondazione comunista - si giustificano se vanno avanti con un'idea di grande riforma del Paese. Bisogna trasmettere al Paese il senso che le cose stanno cambiando, e che il governo duri cinque anni e che alla fine di questi cinque anni si consenta al Paese di fare un bilancio. In primo luogo un bilancio sociale, che parli della capacità di realizzare una introduzione di elementi di giustizia sociale a favore dei ceti popolari, di coloro che più sono stati sofferenti. Penso a tutta la vicenda del precariato ed altro». «Per far questo - sottolinea il presidente della Camera - ci vuole un motore, in primo luogo nella società, e quindi bisogna individuare quelle alleanze che consentano di spiegare questa politica. Se, diciamo così, nello schieramento che si definisce "borghese", ci sono delle forze interessanti, con quelle, bisogna dirlo chiaro, si deve collaborare. Questo è il primo elemento, il motore nella società. Sulla base di questo - conclude - io penso che se in uno schieramento politico contrapposto ci sono delle forze che vogliono unirsi a questo sforzo, siano le benvenute». A proposito della volontà di mantenere in Aula un'apertura al dialogo Bertinotti risponde: «Io penso di improntare la mia presidenza della Camera a un tratto assolutamente liberale, che non si confonda con liberista. Liberale nel senso che tutti debbono potersi esprimere. Se uno, anche secondo la mia opinione, si esprime male, in maniera scorretta, lo valuterà l'Assemblea e il Paese. Ma non c'è ragione alcuna che gli venga impedito di parlare. È inelegante? Lo stabilirà la gente che ascolta. Io devo semplicemente far si che vengono rispettate delle regole. Che sono le regole della possibilità di espressione». Infine si sofferma su altri aspetti di quest inizio legislatura. Per esempio il presidente della Camera evidenzia che «l'indulto come atto di clemenza era necessario perché c'era una condizione intollerabile dal punto di vista civile che un aggravio di pena superiore a quello deciso dal magistrato determinato dalle condizioni materiali del carcere». Secondo Bertinotti «c'è stata una polemica incomprensibile: l'indulto non è l'amnistia. Sull'amnistia si può discutere, si deve discutere quali reati amnistiare. Ma l'indulto per sua vocazione è generale». Parla anche di Fidel Castro: «Io che non credo ad un peso eccessivo della personalità nella storia, tuttavia ho dovuto imparare che esiste. Penso una cosa banale: che Fidel Castro sia per Cuba insostituibile». Prende le distanze da Zapatero che critica gli scioperi di Iberia, la compagnia aerea spagnola: «Dissento». E infine definisce una «inaccattabile piaga sociale» gli incidenti sul lavoro. Arrivano le critiche (ormai solite) dei Comunisti Italiani: «Bertinotti scivola al centro», dice Marzo Rizzo. Mauro Fabris (Udeur) avverte: «Ad appena tre mesi dal voto, sarebbe assurdo immaginare una maggioranza diversa da quella che ha vinto le elezioni e che ha dimostrato, come ha ricordato il presidente Prodi, di saper ottenere importanti risultati. Stop a questo dibattito inutile». Mentre il verde Alfonso Pecoraro Scanio sostiene che «con una coalizione più unità sarà più facile un rafforzamento dell'alleanza».

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