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Il Cav: «Non tradire i soldati al fronte»

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L'ex premier critica la fragilità della maggioranza di centrosinistra in politica estera

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Mentre si discute un emendamento al testo presentato dai «dissidenti» del Prc, il coordinatore di FI Sandro Bondi contesta al governo di postulare «due verità». «Due verità sono tante, onorevole D'Alema - dice - ma più di due verità sono troppe per tenere in piedi il governo, per conservare la credibilità del governo e se mi permette anche per tutelare la sua dignità». Osservazioni dure che provocano la reazione di D'Alema. Il vicepremier alza la mano, chiede al presidente Bertinotti di parlare «per fatto personale» e attacca con un tono sarcastico: «Sono state chiamate in causa per ben sette volte la mia dignità e la mia credibilità da un pulpito tanto autorevole che merita un chiarimento...». Immediata la reazione dai banchi della Cdl a difesa di Bondi. «Che dici? Arrogante!», gridano dal centrodestra. E D'Alema: «Non credo di aver detto nulla di offensivo». E a chi pretendeva le sue scuse, D'Alema ribatte: «Non ho detto nulla di arrogante, ho subito aggressioni arroganti e ho un diritto a una garbata replica». È bagarre, i deputati di FI si alzano e si dirigono compatti verso le porte dell'Emiciclo, dove rientreranno solo dopo che D'Alema avrà finito di parlare, mentre dai banchi di Udc e An si reclamano a gran voce scuse per Bondi. Ma il vicepremier tiene il punto, pur se moderando il sarcasmo iniziale: «Non devo chiedere scusa a nessuno per aver detto che le parole del portavoce di un importante gruppo parlamentare meritano una risposta...». Ma la protesta non si ferma. La bacchettata più dura arriva da Casini: «D'Alema non faccia finta di essere Biancaneve: ha fatto una battuta umiliante nei confronti di Bondi, cui va la nostra solidarietà, il quale gli aveva mosso critiche politiche».

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