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Il sindaco della Capitale: «Non ci sono le condizioni politiche per una candidatura unitaria»

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Oltre un milione di persone senza un incidente. Non a caso il sindaco Veltroni, prima di affermare «senza alcuna polemica che non sussistono ad oggi le condizioni per avanzare la candidatura della città», tiene a sottolineare come «in questi anni abbiamo avuto lo scudetto della Roma, la visita di Bush, la firma della Costituzione europea, la morte di Giovanni Paolo II, l'elezione di Benedetto XVI, e notti bianche, appunto, la festa per i mondiali di calcio. Roma - incalza - è l'unica città italiana in grado di ospitare eventi di simili dimensioni». In altre parole, la città è pronta per organizzazione, responsabilità, strutture per essere candidata a sede dei Giochi Olimpionici del 2016. Peccato però che non ci siano condizioni «politiche» atte a portare avanti una candidatura già in partenza difficile e «che senza l'unità dell'intero Paese - sottolinea ancora Veltroni - avrebbe ben poche possibilità di farcela. Un appello, quello dell'unità sulla candidatura della Capitale, che ho sempre fatto, da quando abbiamo iniziato a pensare ad una candidatura italiana». Un'unità che sarebbe venuta meno pochi giorni fa, quando l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, avrebbe comunicato a Veltroni la «non disponibilità a presiedere il Comitato organizzatore delle Olimpiadi per motivi politici». A spiegarlo è il sindaco stesso che pure non parlando di un ritiro esplicito, fa capire che la strada intrapresa, qualora non avvenisse un'inversione di rotta, sia proprio quella. «Mi limito ad osservare i fatti e ad oggi non mi sento di esporre la mia città e l'intero Paese ad una candidatura intorno alla quale, venendo meno la convergenza di tutti, si attirerebbero polemiche e divisioni». L'idea di formare un comitato organizzatore assolutamente bispartisan era, ed è, considerata dal sindaco capitolino la conditio sine qua non per avanzare la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2016. «Avevo già chiesto a Gianni Letta la disponibilità alla presidenza del Comitato nel febbraio scorso, trovavo eccezionale l'idea che potesse guidare la nostra città in questa grande sfida, insieme a Giovanni Malagò, a Fedele Confalonieri, a Tronchetti Provera e tutti mi hanno detto di sì». Si lascia, comunque uno spiraglio aperto, qualora mutassero le condizioni e si ritrovasse quel clima e quell'unità bipartisan, si potrebbe riaprire il capitolo delle Olimpiadi 2016. «Abbiamo ancora qualche settimana di tempo - precisa Veltroni— ma certamente si deve fare in fretta, prima della pausa estiva». Ancora qualche settimana di tempo, insomma, per sciogliere il nodo. Intanto l'audizione di Veltroni al Consiglio nazionale del Coni, proprio per esaminare la candidatura della Capitale, l'unica rimasta, è prevista per questa mattina, quando spiegherà ulteriormente la posizione presa. «Sono completamente d'accordo con lui - ha già commentato il presidente del Coni, Gianni Petrucci - se una candidatura italiana ci sarà per le Olimpiadi del 2016 sarà quella di Roma, ma deve avere alle spalle tutto il Paese. Mi auguro che ci siano ancora ampi margini di manovra, confido sempre nella grande abilità di mediatore del sindaco Veltroni».

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